Contratto bancari, affondo della Cgil
di Antonio Satta
Le assemblee dei bancari in vista dello sciopero nazionale del 30 gennaio, a detta di tutte le sigle interessate, stanno andando molto bene, con una partecipazione che fa sperare in un’adesione simile se non addirittura superiore a quella registrata nell’ottobre 2013, che sempre secondo i sindacati avrebbe raggiunto una quota tra l’85 e il 90%. Del resto in ballo c’è il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, che l’Abi ha già disdetto, rinviando però al 1° aprile la disapplicazione formale delle vecchie norme. Un modo per darsi ancora tre mesi di tempo, disse prima di Capodanno il Presidente del Comitato affari Sindacali e del Lavoro (Casl) dell’associazione, Alessandro Profumo, per cercare un accordo ma “non a qualsiasi costo e non a qualsiasi prezzo”. Di questi tre mesi ne è già passato uno e, seppure la diplomazia sotterranea non si è mai fermata, l’intesa è ben lungi da essere raggiunta. Del resto c’è lo sciopero che incombe e prima della prova di forza i sindacati sono ben poco propensi a cedere posizioni sui punti sui quali si sta giocando la partita contrattuale. E cioè i meccanismi automatici di rivalutazione del costo del lavoro (scatti e adeguamento del Tfr), gli aumenti economici, l’area contrattuale e gli inquadramenti.
La tensione in questa fase non può quindi che salire ed Agostino Megale, segretario della Fisac Cgil, sta alzando i toni per allargare il sostegno alla categoria, facendo notare che quello dei bancari è l’unico contratto nazionale di categoria a essere stato disdetto sui 416 in vigore nel privato e nel pubblico. “I banchieri” dice Megale, “sembrano essersi messi all’avanguardia rispetto a Confindustria e alle altre associazioni imprenditoriali, per dimostrare che si può fare a meno di un quadro di regole uniformi e valide per tutti, per lasciare ogni accordo alle trattative aziendali, nelle quali i lavoratori sono più deboli. Ma un settore senza contratto è come un Paese senza costituzione”. A sostegno delle sue tesi Megale ha prodotto uno studio che dimostra che i bancari hanno pagato cara la grande trasformazione del modello bancario che già c’è stata finora (e che l’Abi considera però ancora inadeguata rispetto ai cambiamenti sociali e tecnologici in corso) e che evidenzia come la crisi, anche nelle banche, non abbia colpito tutti allo stesso modo: ha reso più poveri i lavoratori e più ricchi i top manager. Così, se in generale dall’inizio della crisi si sono persi 1,5 milioni di posti di lavoro, il settore delle banche dal 2000 a oggi ha perso 40 mila occupati e, dei 309mila attuali, gli istituti vorrebbero tagliarne altri 60mila. Al tempo stesso negli ultimi 15 anni il salario contrattuale medio dei bancari è passato da 39.566 a 38.789 euro, con una perdita di quasi 800 euro, ma per i top manager il quindicennio non è stato così negativo, visto che i loro guadagni annui sono saliti in media da 3,1 a 3,7 milioni, con un incremento di 600mila euro. Il che fa dire al segretario Fisac Cgil che un bancario dovrebbe lavorare circa 100 anni per guadagnare quanto prende un amministratore delegato, mentre il rapporto del guadagno giornaliero delle due categorie vede il bancario percepire 126 euro, contro i 10.100 euro dei top banker.
La tesi di Megale punta a motivare al massimo la base in vista dello sciopero del 30, visto che nel conto sono finiti in quota parte anche i soldi percepiti da Profumo (cioè dal capo delegazione dei banchieri nella trattativa contrattuale) negli anni in cui ha guidato Unicredit. Probabilmente l’Abi non replicherà sul tema, ma tornerà a picchiare il tasto dell’attuale organizzazione delle banche, con oltre la metà degli addetti inquadrati ai livelli più alti e un’età media superiore a 50 anni; una struttura di costi insostenibile. Ma questo, appunto, è il momento dello scontro. Passato lo sciopero, le parti inevitabilmente torneranno a incontrarsi. Anche perché il 1° aprile non è così lontano.
STIPENDI A CONFRONTO Le disuguaglianze tra bancari e banchieri |
|
Anno | Banchiere 3,7 milioni di euro |
Bancario 46.000 euro | |
Mese | Banchiere 284.000 euro |
Bancario 3.500 euro | |
Giorno | Banchiere 10.100 euro |
Bancario 126 euro | |
Ora | Banchiere 1.200 euro |
Bancario 17 euro |