Inform@fisac novembre 2014 n.1

 

Contratto bancari, si allargano le distanze tra Abi e sindacati

 

Si allargano le distanze tra Abi e sindacati dei lavoratori del credito nella trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale che interessa circa 309 mila addetti. Ieri c’è stata un nuovo incontro che ha lasciato insoddisfatti i sindacati presenti al tavolo.

Abi lancia l’aut aut ai sindacati. E il negoziato diventa un muro contro muro. Sembra che ABI abbia dichiarato l’impossibilità di riconoscere spazi di discussione per incrementi salariali: la riduzione strutturale della dinamica del costo del lavoro e il rafforzamento del secondo livello rispetto a quello nazionale sono elementi imprescindibili. La premessa costituisce parte del negoziato che non può partire senza la sua accettazione da parte dei rappresentanti dei lavoratori (!!).

Di assoluto rilevanza la volontà di non potere sostenere elementi automatici di ulteriori incrementi del costo del lavoro (scatti di anzianità).

Se confermata, questa impostazione si baserebbe esclusivamente sulla flessibilità (non solo salariale) e di altre forme contrattuali di altri settori: questa impostazione comporterebbe la potenziale uscita dal perimetro contrattuale del CCNL del Credito di almeno 80.000 addetti.

Non c’è stata rottura, ma siamo molto vicini a questa condizione.

Cito testualmente dal documento ufficiale rilasciato da ABI in materia:

Per quanto attiene al rapporto tra dinamica salariale e occupazione va ribadito che il costo del lavoro non può crescere e che, allo stato, non è possibile assumere impegni a livello nazionale a garanzia dell’occupazione.

  • consolidamento, dal 1° gennaio 2015, del calcolo del TFR limitatamente alle voci stipendio, scatti di anzianità e importo ex ristrutturazione tabellare;
  • abolizione di ogni dinamica degli scatti di anzianità dal 1° gennaio 2015;
  • superamento definitivo della disciplina degli automatismi.
  • riduzione dei livelli di inquadramento da 13 a 6;
  • abolizione dei ruoli chiave;
  • adozione della massima fungibilità nell’utilizzo del personale, con particolare riguardo ai quadri direttivi considerata la numerosità degli stessi (oltre il 40%)
  • superamento delle percentuali nazionali di utilizzo del part-time.

…vanno riviste talune previsioni nazionali – quali, ad esempio, i limiti in tema di orari di sportello, le fasce orarie, il lavoro al sabato e alla domenica, i permessi per ex festività, la banca delle ore e l’apposita erogazione per le prestazioni aggiuntive dei quadri direttivi.

“Con le posizioni di merito proposte da Abi -ha afferma il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale- non si va lontano, tanto meno si fa il contratto. Per questo l’associazione dei banchieri deve cambiare il merito delle sue posizioni o altrimenti, esauriti i prossimi incontri, andremo alla mobilitazione e alla lotta”.

Sindacati e Abi non si intendono soprattutto sul valore del contratto nazionale. Durissimo il commento di Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi: ““Non accettiamo -ha detto- il tentativo di Abi di utilizzare le difficoltà del momento del settore bancario italiano per tentare di smantellare l’attuale contratto nazionale, sostituendolo, di fatto, con contratti aziendali e di gruppo che creerebbero inevitabilmente trattamenti economici differenti da banca a banca”. “Se davvero l’Abi vuole, entro la fine dell’anno, condividere un nuovo contratto di lavoro, non può pensare che il confronto si svolga esclusivamente sulla sua piattaforma rivendicativa, presentata di fatto alle organizzazioni sindacali”, ha aggiunto.

La posizione espressa dall’Abi “è inaccettabile”, ha confermato Giulio Romani, segretario generale della Fiba Cisl. “Per noi è indispensabile uscire dalla logica del mero taglio dei costi e individuare delle soluzioni che favoriscano la ripresa della redditività delle aziende e la crescita della produttività del lavoro. Siamo disposti ad allargare gli spazi di competenze della contrattazione aziendale ma vogliamo prima definire la cornice di tutele e garanzie relativamente ai livelli occupazionali, al salario, alle professionalità, che deve offrire il contratto nazionale”.

E senza mezzi termini, Massimo Masi, segretario generale della Uilca ha commentato: “Siamo lontanissimi, ma la trattativa deve continuare nell’alveo della piattaforma approvata dalle lavoratrici e dai lavoratori”. “Nei prossimi incontri la Uilca valuterà la reale volontà della controparte di accorciare le distanze oppure di arrivare ad una clamorosa rottura.”.

Pagina precedente 1 2 3 4 5 6 7Pagina successiva
Pulsante per tornare all'inizio