Come Fisac consideriamo sbagliato l’orientamento assunto in sede di Unione Europea che punta al restringimento dei tempi di gestione del credito deteriorato, con il rischio che l’intervento sugli NPL e le modifiche del “calendar provisioning” determinino una drastica contrazione del credito erogato.
Queste scelte – che non ci convincevano dall’inizio – sono oggi, in piena crisi pandemica da Covid-19, del tutto insostenibili per i Paesi del sud Europa, a maggior ragione per l’Italia, ove il tessuto produttivo è rappresentato per lo più da imprese medio-piccole.
Chiediamo al Governo e alle forze politiche italiane di attivarsi in ogni sede per conseguire una significativa correzione delle misure UE riguardanti i crediti deteriorati.
Per quanto ci riguarda, nelle prossime settimane avanzeremo una proposta organica mirata a fare fronte alle debolezze economiche e normative che oggi gravano sulle banche italiane.
Roma, 29 dicembre 2020