In allegato l’intervista del quotidiano “Il Secolo XIX” a Nino Baseotto Segretario Generale Fisac-Cgil
Articolo di GIL.F. – 17 marzo 2021
Ora con Mps e Bari? Non è la strada giusta. Il governo indichi una linea nazionale
«Il sistema bancario rischia di perdere competitività e di buttare al vento delle risorse professionali vere»
Genova
Non ho elementi per affermare se la soluzione Ccb sia definitivamente tramontata o no. Ma penso che tre elementi del cosiddetto risiko bancario – Carige, Mps, Popolare di Bari – determinino un rimescolamento degli assetti dell’intero settore, un ribaltamento degli equilibri». In questa intervista al Secolo XIX, il segretario generale della Fisac Cgil, Nino Baseotto, chiama «a responsabilità il governo, nel suo ruolo di indirizzo strategico». Altrimenti, «il sistema bancario rischia di perdere efficacia e competitività e dibuttare al vento delle risorse professionali vere».
Carige, Mps e Popolare Bari insieme sotto lo Stato? «Non possiamo sommare tre debolezze. Dobbiamo avere un’idea strategica, un indirizzo che consenta di gestire le operazioni con un risultato finale di rafforzamento del sistema bancario italiano nel contesto della competizione globale».
Che differenza c’è tra la strategia politica che lei auspica e chi chiede l’intervento dello Stato? «Mettere insieme tre debolezze è un’ipotesi complicata. Carige, Mps e Popolare di Bari hanno potenzialità, problematiche e presenza sul territorio molto diverse. Il dato comune è che sono in difficoltà, perciò occorre che il governo dica qual è l’indirizzo e l’azione di sistema, nel rispetto dell’autonomia dei singoli istituti. Occorre che il governo dica quale approccio ha rispetto alle crisi»
La visione della Fisac? «Ad esempio non ci convince la tendenza alla desertificazione dei servizi finanziari in molte zone d’Italia».
Carige è oggetto di ristrutturazione da anni, ma non è bastato. Perché? «Nei gruppi dirigenti che si sono alternati credo sia mancata l’idea strategica di dare un ruolo al rapporto della banca con il territorio».
Èvero che la taglia non consente più a Carige di stare da sola? «Sì. Ma anche qui, invece di fare risiko bancario giocando con nomi a caso, e talvolta non a caso visto che un nome affiancato può determinare variazioni dei titoli in Borsa, serve una strategia finalizzata al rafforzamento e alla modernizzazione del sistemabancario italiano».
Cosa si aspetta dal Fitd? «Che confermi l’impegno in Carige. Serve un atto di responsabilità, anche sociale. Fatto questo, dovranno entrare in gioco il governo e la vigilanza bancaria. Guai a organizzare spezzatini per saziare gli appetiti di qualcuno. La banca ligure ha una storia e delle potenzialità».
C’è il rischio spezzatino? «Se fosse, se ci fossero un disimpegno e l’assenza di una bussola, le organizzazioni sindacali metterebbero in campo azioni decise per far cambiare idea a chi pensa che si possa voltare la testa dall’altra parte. Mi auguro che un governo diretto da un non dimenticato governatore di Bankitalia e di Bcc esprima attenzione e volontà di dare un indirizzo costruttivo al settore, soprattutto perché il settore è una sponda quasi indispensabile se sivogliono usare le risorse europee per tirare fuori il Paese dalle secche in cui è finito».