Esecutivo Donne Campania: Agile, ma non troppo… Quale smart working nel post pandemia

L’iniziativa Agile ma non troppo…Quale smart-working nel post pandemia, è l’ulteriore tappa di quel percorso iniziato il 23 01 2020 con il convegno a cura dell’Esecutivo donne Campania “Tempo e valore, gender gap e modelli organizzativi” tenutosi prima dell’emergenza sanitaria, percorso che ci ha viste impegnate in piena crisi pandemica con l’iniziativa “La condizione femminile durante la pandemia” del 12 gennaio scorso.

Inutile soffermarci sulla sensazione che si prova nel ripercorrere gli eventi passati tra le due iniziative, è un sentimento comune quello di sentirsi in bilico tra due vite una più vicina ad un’idea di “normalità” e l’altra in una situazione di elevata eccezionalità, plasmata dall’incertezza e dalla distanza sociale, fisica e mentale… Tutte sensazioni dovute ad una pandemia mondiale dagli impatti di una tale portata da sconvolgere i nostri equilibri, le nostre vite private e sociali.
Ma è bene entrare subito nel merito della questione, porci l’interrogativo “Perché siamo qui oggi”.

Perché il titolo AGILE MA NON TROPPO …QUALE SMART WORKING NEL POST PANDEMIA?

Perché il tempo ce lo impone.
Perché lo smart working è un tema centrale nelle nostre aziende, nelle banche , nelle agenzie, e in generale nel mondo del lavoro; quel mondo del lavoro di cui parliamo nei nostri accordi e che rappresentiamo.
Siamo di fronte ad un cambiamento veloce, di cui il lavoro agile rappresenta un anello di congiunzione, tra le diverse sfere su cui il cambiamento ha degli impatti fortissimi ovvero:
– organizzazione del lavoro;
– contrattazione;
– ottica di genere;
– aspetti economici;
– le relazioni tra le persone che vivono quel cambiamento.

La pandemia ha dato un forte impulso ai modelli di organizzazione del lavoro, accelerando processi già esistenti che con l’avanzare del virus hanno dovuto fare i conti con un nuovo approccio di management nel quale virologia e cultura organizzativa si sono dovuti integrare; e in questo scenario lo smart working è stato utilizzato dalle aziende come strumento di distanziamento sociale, come misura di prevenzione della salute; ma adesso, in questo momento così importante, in che modo stanno rispondendo le aziende, e cosa accadrà nel post pandemia? Sarà solo uno strumento per ridurre i costi?
E dunque continuerà a snaturarsi diventando sempre meno uno strumento nato per migliorare la condizione esistenziale delle persone, quel corretto e sano bilanciamento tra vita e lavoro che può rendere una lavoratrice e un lavoratore più felice?
Anche perché al centro di questi processi, del cambiamento ci sono le persone, che negli ultimi mesi hanno vissuto in un modo forzatamente distante, in un modo che ne ha acuito individualismo e fragilità.

Per dirla con le parole del filofoso Giuseppe Ferraro,
E ogni volta si tratta di ricomporre l'”essere fra”, trovare una relazione, una connessione, avere cura. E non basta la terapia come somministrazione del farmaco, ma il nostro starci accanto per ritrovare nella fragilità il segreto della comunità e il sapore della felicità.

Per riprendere le parole di Susanna Camusso,
Le donne in questo processo hanno un ruolo fondamentale. E’ giunto il momento di prenderci cura del mondo. Senza le donne non esiste ripresa e cambiamento. Bisogna passare da “un mondo in cui tutto si misura per prestazioni a un mondo in cui diventano fondamentali le relazioni”.

Quello che è certo è che c’è un’urgenza, di riscoprire una rinnovata cultura del lavoro, che rimetta il lavoro al centro, affinchè non sia soltanto come un mezzo di sostentamento, ma di cittadinanza (contributo al bene comune, alla res publica) e di eudaimonia (contributo alla felicità della persona e della comunità).

Va letto il quadro che cambia, e il sindacato, la CGIL, deve identificare i punti centrali su cui lavorare per sapere dove stiamo andando e dove vogliamo andare..

Tra poco ci confronteremo con una nuova organizzazione del lavoro, non solo nella nostra categoria, e noi dobbiamo essere pronti ad agire il cambiamento…

Napoli, 08.10.2021

Carla Raimo
Esecutivo Donne Fisac/CGIL Campania

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