All’appello di Cgil, Cisl e Uil hanno risposto in cinquemila. Per i numeri della Sardegna è un successo: la mobilitazione unitaria dura da oltre due anni e si propone di dare consistenza ad una vertenza infinita cotro una classe politica rassegnata al declino.
Lavoratrici e Lavoratori Erano stati convocati a Cagliari per Venerdì scorso, per rivendicare interventi urgenti su lavoro, riforme ed equità fiscale. Ma anche chiedere risposte sulle grandi emergenze: ammortizzatori sociali, precariato, disoccupazione giovanile. Tutte domande alle quali l’amministrazione regionale sembra non voler rispondere se non con provvedimenti-annuncio, privi di conseguenze pratiche per un territorio disperato, o peggio dilapidando risorse in inutili sgravi fiscali a pioggia alle aziende.
Una manifestazione pacifica, colorata e rumorosa che ha voluto sfilare davanti ai palazzi del potere regionale.
I temi sono gli stessi della manifestazione nazionale fissata per il 22 Giugno a Roma, con in aggiunta l’assenza degli stanziamenti per garantire la cassa integrazione in deroga, che riguarda ormai oltre 140 mila lavoratori sardi: . “La manifestazione di oggi – ha detto dal palco il segretario generale della Cgil sarda, Michele Carrus – è una forte risposta dei cittadini comuni e dei lavoratori che non vedono risposte dalla politica, ripiegata in sé stessa e attenta ad altre priorità”. I tre Segretari regionali hanno ribadito che continueranno a manifestare fino a quando non otterranno dalla regione quello che serve per il rilancio dell’economia della Sardegna.