
Il teorema di Stiglitz dal fronte keynesiano getta una bomba oltre le trincee liberiste. Si fonda sul meccanismo di quella che gli economisti chiamano “propensione al consumo”: i ricchi ce l’hanno più bassa del ceto medio, dunque se la distribuzione del reddito li favorisce lo shopping, contrariamente a quanto si potrebbe pensare intuitivamente, si deprime. E’ invece il ceto medio a consumare quasi tutto quello che ha in tasca e a spingere Pil ed economia, quando la distribuzione del reddito lo favorisce.
La prova? Il grafico di Stiglitz è inattaccabile: quando i ricchi (ovvero l’1 per cento più ricco della popolazione) si è appropriano del 25 per cento del reddito scoppia la “bomba atomica economica”. E’ successo con la Grande Crisi degli Anni Trenta e con la Grande Recessione di questo secolo. Altro che teorie liberiste che hanno segnato gli ultimi trent’anni: “Gli apologeti della diseguaglianza sostengono che dare più soldi ai più ricchi – scrive Stiglitz nella sua relazione
– sarà un vantaggio per tutti, perché porterebbe ad una maggiore crescita. Si tratta di una idea chiamata “trickle-down economics” (economia dell’effetto a cascata). Essa ha un lungo pedigree e da tempo è stata screditata”.