Non ci stancheremo mai di ricordare le centinaia di eccidi, misfatti, stragi, assassini compiuti dai fascisti e dai nazisti, vista la tendenza della classe politica, oggi al governo, di mettere nel dimenticatoio questo periodo o di stravolgerne la storia.
Dobbiamo mantenere viva la memoria di cosa è stato il fascismo in Italia e cosa ha comportato la scellerata alleanza con il nazismo.
Perché ricordare non è un rituale!
Il sovranismo ed il razzismo, oggi interpretati in Italia da alcuni partiti politici, sono certamente diversi dal nazifascismo che si è sviluppato negli anni ‘20 e ‘30 del secolo scorso ed ancor più nella II guerra mondiale, ma non per questo meno pericolosi, in quanto i prodromi non sono molto diversi da quelli del 1922 per il fascismo e del 1933 per il nazismo.
Dobbiamo evitare che la storia si ripeta e, proprio per questo, bisogna conoscere quella storia, senza revisionismi, senza facili semplificazioni, ambiguità e storture.
Soprattutto, dobbiamo evitare che quei momenti diventino preda di colpevoli amnesie, come se quelle tragedie, quelle stragi atroci potessero trovare giustificazione e perdono dallo scorrere del tempo.
Sant’Anna di Stazzema 12 agosto 1944:
Si consuma uno dei più atroci crimini commessi ai danni della popolazione civile in Italia nel corso del secondo conflitto mondiale. La furia omicida dei nazi-fascisti si abbatte, implacabile, su tutto e su tutti, causando la morte di 560 persone tra cui anziani, donne, e più di cento bambini.
“Quel mattino di agosto a Sant’Anna uccisero i nonni, le madri, uccisero i figli e i nipoti – si legge sul sito dedicato al ricordo della strage – Uccisero i paesani ed uccisero gli sfollati, i tanti saliti quassù, in cerca di un rifugio dalla guerra.
Uccisero Anna, l’ultima nata nel paese di appena 20 giorni; uccisero Evelina, che quel mattino aveva le doglie del parto; uccisero Genny, la giovane madre che, prima di morire, per difendere il suo piccolo Mario, scagliò il suo zoccolo in faccia al nazista che stava per spararle; uccisero il prete Innocenzo, che implorava i soldati nazisti perché risparmiassero la sua gente; uccisero gli otto fratellini Tucci, con la loro mamma. Almeno 560 ne uccisero, senza pietà, in preda ad una cieca furia omicida. Indifesi, senza responsabilità, senza colpe. E poi il fuoco, a distruggere i corpi, le case, le stalle, gli animali, le masserizie.
A Sant’Anna, quel giorno, uccisero l’umanità intera”!
Elio Toaff, ex rabbino capo di Roma, allora giovane partigiano della Brigata Garibaldi X bis Gino Lombardi, arrivo’ in paese subito dopo il massacro. “In realtà eravamo quattro gatti – ricorda – e quella mattina, quando entrammo in Sant’Anna verso le 11, eravamo solo una dozzina. E prima di veder l’orrore fummo assaliti da un odore terribile, di carne umana, bruciata (…) La prima casa che trovammo era alla Vaccareccia: fumava ancora. Dentro c’erano i corpi di un centinaio di persone, in maggioranza donne e bambini. Le SS, quattro colonne da 100 uomini ciascuna di quella stessa XVI divisione che ha agito poi a Marzabotto, li avevano chiusi lì dentro, poi avevano dato fuoco alla paglia e avevano gettato dentro delle bombe. Vedemmo un ammasso irriconoscibile. Più avanti c’era un’altra casa, con la porta spalancata. Entrai e ho ancora difficoltà a raccontare… C’era una donna, seduta di spalle, di fronte a un tavolo. Per un attimo pensai che fosse viva. Ma, appena avanzai, vidi che aveva il ventre squarciato da un colpo di baionetta. Era una donna incinta e sul tavolo giaceva il frutto del suo grembo. Avevano tirato un colpo d’arma da fuoco anche in testa a quel povero bimbo non ancora nato”.
I morti accertati di Sant’Anna sono stati 560, ma nessuno conoscerà mai il numero esatto. Ci vorranno sessant’anni prima che inizi il processo.
Nell’estate del 1994, Antonino Intelisano, procuratore militare di Roma, mentre cercava documentazione su Priebke e Karl Hass, trovo’ casualmente, in uno scantinato della Procura militare, un armadio, l’armadio della vergogna, contenente 695 fascicoli “archiviati provvisoriamente”, riguardanti crimini di guerra commessi da tedeschi e repubblichini.”. (Fonte: Collettiva)
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte”.
(“Se questo è un uomo” Primo Levi)
Roma 12 agosto 2023
Dipartimento Antifascismo/Antirazzismo