ROMA — Casa dolce casa. Chi la tocca muore, politicamente. O vince le elezioni, se la protegge. Il motivo? Il mattone vale la metà della ricchezza degli italiani. Lo conferma un nuovo studio di Bankitalia. Che certifica anche il peso delle disuguaglianze nel nostro Paese. Il 5% delle famiglie più agiate possiede il 46% della ricchezza netta. Contro il 7,6% della metà più povera.
Il picco nel 2016
Era persino peggio nel 2016, quando la concentrazione in poche mani ha toccato il 48%, massimo storico, livello attuale della Germania. Una rincorsa portentosa, dal 40% nel 2010 a cui corrispondeva l’8,5% a disposizione della metà di famiglie più povere, diventato 7% nel 2016.
In quei sei anni – tra 2010 e 2016: anni stravolti dalla crisi dei debiti sovrani – l’indice di Gini, che oscilla tra zero e uno per misurare le disuguaglianze, è cresciuto da 0,67 a 0,71. Dopo è sceso, ma di pochissimo allo 0,7. A riprova che il divario non è aumentato, ma nemmeno chiuso. E resta ampio.
Ai poveri casa e conto
Per capire in cosa si sostanzia la ricchezza degli italiani, al netto dei loro debiti, Bankitalia divide in due le famiglie. Nella prima metà ci sono le più povere, nell’altra metà il ceto medio e il 10% più ricco. Il livello di patrimonio “mediano” che spacca i due gruppi a fine 2022 era circa 155 mila euro. Nel 2010 era 200 mila euro, calato a 150 mila nel 2016.
Più scende questo livello, più si comprime la ricchezza nelle mani dei meno agiati. Ricchezza fatta per il 75% dall’abitazione e per il 17% dai depositi: quasi tutto in casa e qualche risparmio in banca. Il 10% dei più ricchi punta solo per il 36% sulla casa, preferendo azioni e partecipazioni (30%), fondi e polizze (19%), oltre ai depositi (11%).
Se si guarda ai valori assoluti, la divisione è ancora più netta. Il 95% di tutte le attività finanziarie, la quasi totalità, appartiene al 10% appena delle famiglie italiane più ricche. Anche le attività non finanziarie, come le partecipazioni in piccole società fino a 5 addetti, per due terzi è appannaggio dei più ricchi e l’altro terzo della classe media.
Cosa succede in Europa
In Europa, la Germania ci supera, quanto a disuguaglianze. La ricchezza media delle famiglie più ricche vale 2,4 milioni (come in Francia), quella delle più povere solo 19 mila euro. La nostra forchetta oscilla tra 60 mila euro e 2,3 milioni.
I nostri “poveri” sono tre volte più ricchi dei tedeschi. Merito della casa: noi preferiamo la proprietà, loro l’affitto (sussidiato). La Francia è più simile alla Germania (45 mila euro contro 2,4 milioni, tra minimo e massimo). La Spagna somiglia all’Italia (65 mila euro contro 2,1 milioni).
La classe media meno fortunata è invece quella italiana: possiede in media 320 mila euro, contro i 350 mila della Germania, i 380 mila euro della Spagna e i 480 mila euro della Francia. Nel 2010 metà del patrimonio abitativo italiano era in capo al ceto medio. Ora solo il 45%. Il resto verso i più ricchi.