27 gennaio Giornata della Memoria
“Visitatore, osserva le vestigia di questo campo e medita: da qualunque paese tu venga, tu non sei un estraneo. Fa che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile la nostra morte. Per te e per i tuoi figli, le ceneri di Auschwitz valgano di ammonimento: fa che il frutto orrendo dell’odio, di cui hai visto qui le tracce, non dia nuovo seme, né domani né mai.”
Questo scriveva Primo Levi nella sua lettera “ Al visitatore di Birkenau”.
Da questa “lettera” si comprende appieno l’importanza della memoria, ingrediente importante e qualificante di riflessione per far sì che quello che è accaduto non ritorni, ne’ nelle stesse forme, ne’ in forme differenti adeguate ai tempi in cui viviamo.
La memoria come bussola del divenire del tempo, per riconoscere il pericolo, anche se non ha le stesse forme, se si presenta in modo meno eclatante o strisciante.
La memoria per individuare i sintomi ed i segnali, come quelli che attualmente stanno attraversando l’Europa (per ultimo il consenso crescente ad “Alternative fur Deutschland” in Germania) ed anche il nostro Paese.
Cosa ricordare allora della giornata del 27 gennaio?
Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa, in avanzata verso l’Europa occidentale, liberò la città polacca di Oswiecim, Auschwitz, apri i cancelli dei campi di sterminio salvando i sopravvissuti e fece conoscere al mondo l’orrore di quei luoghi.
Il complesso di campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau fu il più grande costruito dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale e nell’immaginario collettivo è diventato il simbolo del lager.
Fu una vera e propria “fabbrica di morte” nel cuore dell’Europa orientale.
Ad Auschwitz furono uccise oltre un milione di persone tra ebrei, rom e sinti, prigionieri politici o di guerra, detenuti comuni, omosessuali e tutti coloro che erano ritenuti deboli, inferiori o non si erano piegati all’ideologia di morte e violenza del nazifascismo.
Per dare MEMORIA di tutto questo, il 20 luglio del 2000 fu promulgata una legge approvata dal Parlamento italiano che recita all’art. 1:
“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”
La storia della deportazione e dei campi di sterminio non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa, dalla violenza e dalla barbarie nazifascista che si abbatte’ contro il popolo ebraico, ma non solo.
Nei campi di sterminio furono condotti tutti coloro che nei vari paesi si opposero agli occupanti tedeschi: antifascisti, partigiani, chi aveva partecipato agli scioperi, coloro che appoggiarono la Resistenza, gli omosessuali, le minoranze religiose, i disabili fisici e mentali, i deportati politici, i prigionieri di guerra.
Più in generale, uomini e donne che decisero di non sottostare agli ordini ed all’ordine che nazisti e fascisti avevano progettato per il nuovo mondo.
Oggi più che mai, mentre soffiano ovunque, in Europa e nel mondo, venti di destra, di populismo e di nazionalismo, venti che stiamo toccando con mano ogni giorno anche nel nostro Paese, dobbiamo tenere viva la memoria, perché quello che è accaduto non si ripeta… ma non basta!
Dobbiamo riattivare gli anticorpi della partecipazione democratica alla vita del Paese e far diventare l’antifascismo pratica quotidiana.
Sì, perché essere antifascisti non è una cosa astratta come tanti vogliono farci credere.
Essere antifascisti vuol dire essere contro la violenza, contro la xenofobia, contro il razzismo, contro le diseguaglianze, essere cioè contro le parole d’ordine del fascismo e del nazismo!
Essere antifascisti significa combattere per la giustizia sociale, per la dignità sul posto di lavoro, per l’inclusione e la valorizzazione delle diversità, per la solidarietà e per la pace!
Essere antifascisti significa agire tutti i giorni in coerenza con questi principi, a partire dai luoghi di lavoro dove concretamente possiamo far vivere innanzitutto la dignità del lavoro e della persona umana.
Per fare tutto questo non siamo soli. Abbiamo la nostra stella polare: la Costituzione della Repubblica Italiana, nella quale sono contenuti e sviluppati tutti i valori ed i concetti che sono stati alla base della Resistenza e della lotta contro il nazifascismo.
Le madri ed i padri costituenti, che hanno vissuto sulla loro pelle la tragedia del regime fascista, con la scrittura di questo testo, si sono prefissi l’obiettivo di cancellare per sempre la possibilità di un ritorno di questa ideologia criminale.
Abbiamo bisogno di un rinnovato impegno, rivolto alla difesa della nostra Costituzione di fronte ai tentativi di modificarne il carattere sociale e antifascista!
Vanno rigettati e combattuti i tanti tentativi di indebolirne la portata con l’introduzione di leggi che mirano a stravolgerne il senso, quali (ma non solo) il presidenzialismo, l’autonomia differenziata e lo smantellamento dello stato sociale.
Fare fronte comune per la difesa della Costituzione è, dunque, il modo migliore per celebrare la Giornata della Memoria.
27 gennaio 2024
Dipartimento Antifascismo / Antirazzismo Fisac Cgil