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Lo “spin off” inizialmente organizzato dalla Banca come regalo di Natale, è stato realizzato nel fine settimana degli scorsi 13/14 gennaio, con un ritardo denso d’interrogativi.
Nell’incontro dei giorni scorsi, con la locale Direzione del Personale, si è fatto il punto di questa operazione, alimentante la desertificazione bancaria, e a grande rischio abbandono da parte dei clienti.
A ciò verosimilmente contribuirà la pessima organizzazione e lo slittamento dell’operazione, annunciata dai colleghi coinvolti, tramite telefonate dirette ai clienti. La chiusura di queste 50 filiali, di cui 6 sul nostro territorio, se pur prevista dall’ultimo piano industriale, ha visto critiche e distanti le organizzazioni sindacali.
Sicuramente le carenze di organico non vengono risolte con tali scelte e neppure rappresentano una soluzione ai molteplici problemi della Banca.
Le “risorse liberate” sono andate a coprire ruoli vacanti da tempo o destinati alle filiali incorporanti che vedranno affluire i rapporti delle incorporate. Auspicando che il trattamento dei “recuperi”, ovvero i colleghi destinati ad unità operative diverse da quelle d’iniziale destinazione, non abbia penalizzato aspettative e professionalità, né richieste di trasferimenti inserite da tempo.
Tutte queste ragioni ci hanno portato a non condividere il percorso, convinti che solo nuove assunzioni possano surrogare ai buchi d’organico. Ne è prova la sostanziale impossibilità a venire incontro alle richieste di trasferimento remote o più recenti e gli 81 colleghi spostati d’ufficio nei distretti milanesi, durante il 2023: fatti che disegnano un quadro in cui gli organici scarnificati rendono la mobilità concordata spesso una chimera. L’attuazione della seconda parte dell’accordo dell’agosto 2022 urge come non mai, anche se l’azienda sembra non volerlo intendere.
Nel frattempo, una ventina di colleghi appartenenti agli uffici di Direzione Generale sono stati indirizzati verso la rete, nel corso degli ultimi 12 mesi. Cogliamo l’occasione per rinnovare l’auspicio che i trasferimenti verso filiali e “Centri”, si attuino nel rispetto di esigenze e professionalità espresse dai lavoratori coinvolti.
La campagna per il completamento della formazione obbligatoria entro la fine dell’anno ha lasciato il solito strascico di perplessità e dubbi.
Le forzature delle ultime settimane sono solo l’ultimo capitolo della collezione di difficoltà che caratterizzano le nostre giornate di lavoro in particolare da un anno a questa parte.
Si è puntualmente verificato che alcuni lavoratori abbiano dovuto completare, nel giro di un mese, più della metà dei corsi previsti per l’intero anno. E’ ormai diventato un rito irrinunciabile sacrificare i tempi della formazione sull’altare della produzione a tutti i costi.
Chiediamo una volta di più di mettere tutti nelle condizioni di programmare lo svolgimento dei corsi, con l’individuazione preventiva dei necessari tempi protetti, anche grazie all’utilizzo del “lavoro agile”, onde evitare solleciti inutili e fuori luogo. Una via più sostenibile per rendere efficace e fruibile la formazione è possibile: è quella della programmazione con il coinvolgimento delle risorse umane e la sensibilizzazione della filiera commerciale.
Milano, 19 gennaio 2024
Le Segreterie