MPS Rsa milano Lombardia nord: risultato? stiamo tutti male

 

3 - Fisac Cgil

La chiusura delle 50 filiali da incorporare, preannunciata per il 15 dicembre e ufficializzata dall’azienda in modo alquanto tardivo lo scorso 11 dicembre (con 4 giorni di anticipo!) ai colleghi interessati, verrà posticipata di un mese. È notizia del 14 dicembre sera (il giorno precedente la chiusura!), sempre ai colleghi interessati.

Non nascondiamo il nostro disappunto. Non solo per la conferma e successiva smentita ma anche per le continue voci che hanno accompagnato questa operazione: si faranno le chiusure? non si faranno? sono autorizzate? si può dire o è top secret?

Già non avere previsto la consueta preventiva comunicazione alla clientela in forma scritta è un elemento di grave disattenzione sia per la clientela che per i colleghi costretti a metterci (o a rimetterci?) la faccia in prima persona. Peggio ci sentiamo ora che, dopo aver comunicato in tutta fretta e per quanto possibile il disegno aziendale, i colleghi si trovano costretti a un poco comprensibile e temporaneo dietro front.

Per intenderci sui fatti della settimana, da lunedì pomeriggio sono state fatte telefonate per comunicare l’imminente trasferimento dei rapporti, ci risulta con generale scarso gradimento della clientela per il trattamento ricevuto. Venerdì, a distanza di pochi giorni se non di poche ore, si deve richiamare per comunicare il rinvio. Temiamo che la clientela apprezzerà unicamente la possibilità, alquanto verosimile, di avere più tempo per cercarsi un’altra banca sulla piazza.

Non è bastato per fare le cose perbene che la Banca Monte dei Paschi di Siena, così come il sistema bancario in generale, abbia una certa esperienza in fatto di taglio dei costi mediante chiusura delle filiali (e conseguente fenomeno della desertificazione bancaria che colpisce anche e in misura significativa la nostra regione). L’esperienza inquesto caso non ha insegnato granché.

Anche a livello della nostra Direzione Territoriale, alle nostre ripetute richieste di conoscere gli impatti sul personale le risposte sono sempre state tanto evasive quanto rassicuranti. La direzione lasciava cioè intendere che le liberazioni di personale sarebbero state minime, preferendo convogliare sulle filiali incorporanti le risorse delle filiali in chiusura.

Così non è. Ci risultano colloqui poco attenti alle professionalità e ipotesi di trasferimento totalmente scollegate dalle aspettative delle risorse, nel tentativo di risolvere le tante emergenze e i tanti ruoli scoperti. Con il rischio che le filiali incorporanti assorbano più lavoro che organici, ovunque risicati. Come sempre siamo a disposizione e invitiamo i colleghi a contattarci in caso di forzature.

Se da un lato assistiamo ad una gestione delle risorse umane che continua ad essere discutibile e volutamente superficiale, dall’altra permangono le pressioni commerciali, i controlli sulla produzione e sugli appuntamenti. Che altro farà l’azienda se perderemo i clienti delle filiali in chiusura dopo questo disinformato balletto? Addebiterà agli incolpevoli lavoratori i suoi errori?
È così che l’azienda pensa di proseguire stand alone e di migliorare l’efficienza produttiva? Disinteressandosi completamente dal benessere lavorativo delle sue risorse? Tanti auguri.

Milano, 18 dicembre 2023

LE SEGRETERIE

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