
L’8 marzo: giornata di lotta!
FACCIAMO RUMORE!
In Italia abbiamo al governo la peggior destra possibile e ugual vento soffia in Europa e non solo. Sono drammaticamente peggiorate le nostre condizioni di vita.
Le politiche familiste, razziste e nazionaliste che alimentano sfruttamento e violenza, sono alla base del progetto “Dio, Patria e Famiglia”, per nulla nuovo, che ci riporta agli anni più bui della storia del nostro Paese.
Questo 8 marzo, Giornata della Donna, deve fare i conti con tutto quello che sta accadendo oggi in Italia e nel mondo.
Diventa obbligatorio, pertanto, ricordare come ci siamo liberati dagli anni del fascismo; diventa necessario ricordare la Resistenza, i suoi valori ed il sacrificio di tante donne partigiane, che pagarono con la vita il desiderio di liberare il nostro Paese dal nazifascismo e la volontà di restituire a ognun* di noi ed alle generazioni future la libertà, la democrazia, la solidarietà e la giustizia sociale.
È un ricordo che ci consente alcune riflessioni su quel periodo storico, con un approccio rivolto specificatamente al contributo che le donne seppero dare.
Nel ripensare la lotta di liberazione al femminile, dunque, ci si accorge che più di qualcosa e’ rimasto sotto traccia, omesso o taciuto nelle narrazioni ufficiali.
Tante furono le donne che parteciparono attivamente alla lotta di liberazione, ma scarsa fu la loro valorizzazione, quasi a significare che, anche nella memoria storica come nella mentalità dei tempi, sempre declinata al maschile, dovessero restare nell’ombra.
Tante furono le donne che imbracciarono un fucile, indossarono i pantaloni, prepararono azioni in città, o lasciarono le case per salire in montagna, dormire al freddo con gli uomini, fare la guardia, passare tra le fila tedesche; fu un atto rivoluzionario, ma per molto tempo rimase sfumato.
La loro azione fu certo contro il fascismo, ma è anche la stessa che continua ancora oggi, per il riscatto delle donne dal pregiudizio morale e dalla discriminazione sociale imposta dalla cultura maschile, ma non solo.
Anche tra i partigiani c’era chi avrebbe voluto escluderle dalla partecipazione attiva alla lotta di liberazione, perché è innegabile che ancora prevalevano il pensiero e la tradizione delle famiglie patriarcali, nelle quali non c’era bisogno che le “femmine” fossero istruite: il ruolo di casalinga e di madre esemplare era tutto quello che serviva.
Le nostre partigiane, pertanto, affrontarono due battaglie: quella contro il nazifascismo per la democrazia e quella interna, contro ogni forma di subalternità sociale e culturale; fu una straordinaria presa di coscienza, una richiesta di diritti (tra i quali quello del voto che arrivò nel 1946)!
La Resistenza fu per le partigiane un atto di disobbedienza radicale, uno strappo definitivo, non solo contro il regime fascista, ma anche contro la società liberale e patriarcale, per la loro liberazione da un sistema e da un’educazione, improntate al rispetto delle gerarchie fuori e dentro le mura domestiche, una lotta per emancipare se’ stesse da quella posizione sociale di inferiorità.
La lotta partigiana segno’ un punto di non ritorno verso il riscatto della donna, la realizzazione di una militanza politica; fu una scelta di libertà individuale e di rottura con la passività in cui era relegata, contro le vecchie ideologie e le vecchie tradizioni, per una partecipazione attiva alla vita del Paese, per una pratica di cittadinanza e di conquista di un nuovo ruolo nella società.
Noi il testimone delle partigiane lo abbiamo raccolto e testardamente vogliamo continuare quella lotta, perché il tentativo di restaurazione della tradizione, di rinchiuderci nel focolare domestico, di messa in discussione dei diritti che le donne si sono conquistate nel corso degli anni e’ un tema all’ordine del giorno di questo governo di destra, che sta rinforzando il modello patriarcale, aiutato dal terreno fertile della crisi sociale in cui viviamo.
Il cammino è ancora lungo perché i diritti delle donne, l’uguaglianza di genere, l’autodeterminazione, la parità salariale non sono oggi una realtà per tutte.
Il passato è sempre pronto a tornare, magari con forme diverse, più o meno evidenti, più o meno violente… ed e’ indispensabile vigilare, opporsi, lottare contro un ritorno al passato!
L’Antifascismo e’ e resta uno dei progetti qualificanti della nostra azione, il necessario antidoto alla deriva sovranista, all’intolleranza, al razzismo, alla xenofobia e, in generale, all’egoismo individuale e collettivo con cui dobbiamo fare i conti quotidianamente.
Dobbiamo, pertanto, continuare a far vivere quei valori che hanno guidato la Resistenza, con il grande e determinante contributo delle donne e di cui e’ impregnata la nostra Costituzione antifascista!
L’8 marzo e’ anche questo, l’8 marzo deve essere questo… libertà, democrazia, eguaglianza, lavoro, solidarietà, pace!
Ricordiamo e sono sempre attuali le parole di Marisa Ombra:
“Siate partigiane per essere libere sempre!”
Roma 8 marzo 2024
Dipartimento Antifascismo
Fisac Cgil Nazionale