Assemblea nazionale contro mafia e corruzione: Palermo 29 aprile 2024

Alleghiamo di seguito il programma e il documento inerenti all’Assemblea nazionale “Contro mafia e corruzione”, che si terrà a Palermo il prossimo 29 aprile e che sarà conclusa dal Segretario Generale Maurizio Landini.
L’assemblea si svolgerà dalle ore 9.30 alle 16.00, al termine è prevista l’inaugurazione del murale dedicato a Pio La Torre, realizzato su una parete dell’Istituto Vittorio Emanuele III di Palermo.

Documento politico

Assemblea nazionale contro  mafia e corruzione Palermo 29 aprile 2024

 Le mafie sono sempre più forti e attive nell’economia e nella società.

Le loro attività criminali, che investono vastissimi settori dell’economia ed intere filiere produttive, colpiscono tutto il paese dal nord al sud.

Le mafie inquinano i territori depredandone le risorse, restringono le libertà delle persone, sfruttano lavoratrici e lavoratori, impediscono lo sviluppo sociale ed economico, colpiscono l’ambiente e minano il futuro delle giovani generazioni. Sono sempre più forti le reti corruttive, con la complicità di professionisti, imprese e anche attraverso rapporti politici che, stando al limite fra legale e illegale, favoriscono l’infiltrazione criminale.

Negli anni il movimento antimafia ha ottenuto forti conquiste, a partire dalla L. 13 settembre 1982 n° 646 (Rognoni – La Torre) che ha dotato il Paese di una legislazione efficace ed avanzata che ha consentito il contrasto alle organizzazioni criminali, a mafiosi e corrotti e di tenere diritto il timone della legalità.

Una legislazione fondamentale per lo svolgimento dei maggiori processi a partire dal maxiprocesso di Palermo, che per la prima volta ha fatto emergere con chiarezza la forza di Cosa Nostra e dei suoi collegamenti, permettendo allo  Stato di infliggere un duro colpo alle organizzazioni mafiose, affermando quindi i valori di libertà, giustizia e legalità, su quelli della violenza, dell’omertà, della prevaricazione. Dando il giusto riconoscimento al sacrificio delle vittime innocenti e alle parti civili, che da quel momento hanno potuto rappresentarsi ed essere tra le protagoniste della lotta civile contro le mafie.

E’ quindi grazie alla mobilitazione e alla legislazione antimafia che l’Italia ha difeso la democrazia dal più generale assalto eversivo nei primi anni 90’.

Le basi fondamentali di tale legislazione sono state l’introduzione del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e le misure di prevenzione patrimoniale, il sequestro e la confisca, rese ancor più efficaci con la legge di iniziativa popolare promossa da Libera, che ha consentito e consente il riutilizzo sociale dei beni confiscati.

Inoltre, il movimento antimafia ha saputo contrapporre al controllo sociale delle mafie una straordinaria mobilitazione per il controllo democratico dei territori, per la cultura della legalità, per il coinvolgimento delle giovani generazioni a partire da studenti e studentesse per liberarsi dalle mafie e per affermare i valori democratici e costituzionali.

Nell’ultimo decennio, molte iniziative delle reti sociali hanno consentito l’innovazione e il rafforzamento della legislazione antimafia, per renderla ancora più efficace nei confronti delle mafie sempre più mutevoli e pervasive.

La Campagna “Riparte il futuro” per la modifica del voto di scambio politico/mafioso (416 Ter), la legge di iniziativa popolare “IO RIATTIVO IL LAVORO”, sono stati uno straordinario percorso di mobilitazione che ha consentito di modificare nel 2018 il Codice Antimafia.

La sistematica Costituzione di Parte Civile di associazioni ed enti locali ha costituito un importante segnale di presenza e di presidio territoriale, nonché di sostegno all’attività della Magistratura.

Allo stesso modo i protocolli su legalità e appalti sono strumenti fondamentali di lotta alle mafie.

Siamo, però, di fronte a pesanti arretramenti ed a una reazione civica e politica non sufficiente a contrastare una tendenza che si sta facendo strada nel Paese.

Le mafie, nonostante i colpi inferti hanno ripreso vigore, e da fenomeno collocato principalmente nelle aree del sud sono diventate una  piaga che colpisce l’intera Nazione, con forti collegamenti internazionali.

I meccanismi di sfruttamento di lavoratrici e lavoratori sono sempre più forti in tutti i settori economici e si annidano principalmente in appalti e subappalti in cui le mafie si insinuano. In particolare, il nuovo codice degli appalti pubblici, pur contenendo aspetti positivi, favorendo gli affidamenti diretti e permettendo il subappalto a cascata, facilita l’infiltrazione di soggetti criminali.

Le enormi risorse derivanti dai traffici illeciti, a partire dal narcotraffico, permettono oggi alle organizzazioni criminali di investire, depredandole, su importanti attività economiche, inquinando interi settori ed intere filiere produttive, con la colpevole collaborazione di professionisti, imprenditori e pubblici funzionari disponibili al compromesso mafioso.

L’attuale Governo sta colpevolmente indebolendo e in qualche caso eliminando tutti gli strumenti per il contrasto a criminalità, mafie e corruzione; tali norme vanno lette in una logica unitaria per gli evidenti intrecci esistenti.

In questo contesto l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio e le modifiche a quello del traffico illecito di influenze, le limitazioni alle intercettazioni telefoniche, l’impedimento della pubblicazione degli atti giudiziari che colpisce la libertà di stampa, rappresentano un grave indebolimento delle strumentazioni giuridiche utili a combattere criminalità e corruzione.

Inoltre, il taglio delle risorse per il riutilizzo a fini sociali dei beni sequestrati/confiscati rischia di essere un clamoroso regalo ai criminali, e un segnale di disinvestimento rispetto all’importanza di colpire economicamente le mafie, come introdotto fin dal 1982 con la Legge Rognoni/La Torre.

Questo insieme di provvedimenti, gli attacchi da Parte di esponenti del Governo alle istituzioni di garanzia, alla magistratura, alla stampa, i progetti di riforma della giustizia, l’autonomia differenziata, la modifica costituzionale della forma di governo come il premierato, che con l’indebolimento del ruolo e delle funzioni del Presidente della Repubblica, rappresentano un rischio per l’assetto democratico e costituzionale.

Per queste ragioni è necessario che le realtà sociali, che riconoscono la lotta alle mafie come una priorità, rendano più vigorosa la propria forza e azione, per essere protagoniste di una nuova stagione di mobilitazione, collettiva e di rete.

È possibile un’Italia senza mafie, è possibile liberare il paese dal giogo criminale, attraverso la mobilitazione democratica a partire dai territori.

Pertanto, il 29 aprile si svolgerà un’assemblea presso l’Istituto Tecnico Industriale Vittorio Emanuele III e sarà la sede per lanciare una forte mobilitazione:

  • per rivendicare trasparenza e legalità negli appalti,
  • per difendere la libertà di stampa,
  • per contrastare ogni forma di sfruttamento,
  • per difendere la democrazia e avversare l’autonomia differenziata e il premierato,
  • per contrastare  l’attacco  ai  capisaldi  della  legislazione  antimafia  (reato  di  associazione  a delinquere di stampo mafioso – misure di prevenzione patrimoniale),
  • per contrastare il disegno di legge di contro-riforma della giustizia presentato dal Ministro Nordio,
  • per tutelare la memoria delle vittime innocenti delle mafie e ribadire le esigibilità dei diritti da parte dei loro familiari,
  • per fermare l’aumento delle spese militari e la produzione di armamenti, settori in cui le mafie prosperano e fanno affari,
  • per affermare il diritto ad un lavoro stabile e di qualità, per abolire la precarietà.

Infine, per batterci per la giustizia sociale, contrastando le norme che introducono una serie di nuovi reati, come i decreti Caivano e Cutro, che colpiscono prevalentemente le fasce sociali più deboli, le minoranze e incattiviscono sempre più la società, inquinando i pozzi della convivenza civile e democratica.

Colpire le minoranze ed i settori più deboli della società, proteggere il sistema politico e la grande criminalità: questo è il disegno di questo Governo e a questo disegno intendiamo opporci usando le armi dell’unità delle forze antimafia e della mobilitazione.

Per tutte queste ragioni e per rafforzare l’unione democratica, necessaria a rendere l’azione antimafia unitaria ed efficace, vi invitiamo a partecipare all’Assemblea di Palermo e a voler raccogliere questo appello, condividendolo sui territori e attivando la mobilitazione su questi temi.

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