
Un po’ di storia.
Con il 25 aprile, la vittoria dei partigiani sul nazifascismo e l’avvenuta liberazione di tutto il nord Italia si chiude la dolorosa fase della guerra e si apre quella della ricostruzione: è ora il momento di costruire un Italia libera e democratica, fondata sulla giustizia sociale e attenta ai diritti e alla dignità di tutte e tutti, incondizionatamente.
I decreti legislativi luogotenenziali n. 146 e n. 527 istituiscono la “Consulta Nazionale”, un’assemblea provvisoria composta da rappresentanti di partiti e movimenti antifascisti (ben 16 membri spettarono all’ANPI) che avrebbe dovuto gestire la fase della transizione al fine di indire quanto prima regolari elezioni politiche.
Il 2 giugno 1946 il popolo italiano vota. È chiamato a scegliere la forma istituzionale dello Stato, Repubblica o Monarchia, e ad eleggere i deputati dell’Assemblea Costituente. Per la prima volta in elezioni politiche nazionali le donne, attivissime e fondamentali durante la Resistenza, acquistano l’elettorato attivo e passivo.
Si recano alle urne quasi 25 milioni di italiani, circa l’89% degli aventi diritto.
L’Assemblea Costituente, composta da 556 membri, eletti tutti dalle fila dei partiti antifascisti, da poco usciti dalla clandestinità, si riunisce a Montecitorio per la prima volta il 25 giugno 1946.
Tra i suoi componenti ricordiamo personalità di assoluto spicco, come Alcide De Gasperi, Palmiro Togliatti, Sandro Pertini, Giorgio La Pira, Aldo Moro, Umberto Terracini e moltissimi altri. Vi siedono inoltre 21 donne, elette nelle fila di diversi partiti e provenienti da tutto il paese. Una di loro, Nilde Iotti, sarà nel 1979 la prima presidente donna della Camera dei Deputati, riconfermata per altre due legislature nel 1983 e nel 1987.
Il 22 dicembre 1947 la Costituzione viene approvata. Il 27 dicembre il testo è promulgato a firma del Presidente della Repubblica Enrico De Nicola, entrando in vigore il 1° gennaio 1948.
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