
Il 25 aprile arriva nel pieno di una emergenza democratica.
Sono in discussione democrazia, libertà, uguaglianza, lavoro, solidarietà, pace, giustizia sociale, cioè la repubblica democratica fondata sulla Costituzione e nata dalla Resistenza.
In più, nel mondo si respirano venti di guerra! Viviamo un clima teso, di scontro e si discutono e si decidono, come mai era successo prima, piani generali di riarmo; addirittura si propone di “armarci direttamente” per potere sostenere eventuali possibili conflitti.
Ci stanno abituando all’idea di accettare la guerra come uno strumento inevitabile, quando non utile o giusto, per dirimere le controversie tra i popoli, per difendere le patrie dal “nemico invasore”.
…e se è vero come è vero che la memoria costruisce la nostra identità e al tempo stesso ci dà gli anticorpi per evitare di cadere nei medesimi errori del passato, qualche considerazione su questi accadimenti, a cominciare da questo governo, e’ più che opportuna…
La maggioranza del governo Meloni, il più a destra della storia repubblicana, affonda le sue radici identitarie nel Movimento Sociale Italiano, di cui difende oltre che la storia, anche il simbolo, la fiamma già tristemente nota del MSI… mantenendo così un legame anche simbolico con quel partito.
E’ una coalizione che intreccia neoliberismo, autoritarismo, berlusconismo e vecchi, ma pur sempre attuali per loro, principi, metodi e armamentari propri del fascismo.
Ad aumentare le preoccupazioni, la constatazione che questa svolta nazionalista, sovranista ed autoritaria non è purtroppo un unicum italiano, ma si sta sviluppando in parecchi movimenti e partiti presenti nella vecchia e tormentata Europa.
Peculiare del nostro Paese è invece il tentativo in atto di riscrivere la storia repubblicana e democratica. Questa maggioranza vuole (vorrebbe) fare “terra bruciata” dei principi fondanti della Costituzione, nata dall’antifascismo e dalla Resistenza e vuole (vorrebbe) liberarsi da ogni “fardello” che richiami il periodo della lotta resistenziale e della guerra di liberazione dal nazifascismo.
Non interessa qui disquisire morfologicamente se questo governo sia catalogabile come fascista o meno. Interessa invece evidenziarne gli atti concreti e i progetti “promessi”, per toccare con mano gli elementi tangibili di fascismo, condividendo chi afferma che “il fascismo è come un virus…si modifica”.
Razzismo, xenofobia, alimentazione quotidiana del senso di paura per il diverso, per l’invasione dello straniero, per la strisciante e dilagante (?) “sostituzione etnica”, l’offensiva contro le conquiste del mondo del lavoro, l’attacco alla sanità ed alla scuola pubblica, l’attacco alla libera informazione ed ad ogni manifestazione di dissenso (emblematica la cancellazione di Scurati e del suo intervento sul 25 aprile), l’attacco ai diritti della donna e al mondo della diversità, l’attacco alla magistratura ….
Sono questi alcuni concreti esempi, sono il “manifesto ideologico” di quello che già sta accadendo e con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno.
Lo svuotamento del ruolo del Parlamento, la sfiducia crescente nelle Istituzioni, producono l’allontanamento della gente dalla politica, lasciando mano libera, in un clima di paura e di grandi diseguaglianze, al mito dell’uomo/donna forte, di un potere che ristabilisca ordine, che difenda la Nazione dall’invasione straniera e che santifichi la trilogia “Dio, Patria e Famiglia!”.
È in questo pantano culturale che si sta sviluppando l’iniziativa del governo.
La controriforma costituzionale ormai alle porte, con l’autonomia differenziata, porterebbe al completamento del progetto di progressivo svuotamento dei principi della nostra Costituzione, che possiamo definire senza retorica una delle più belle, perché racchiude diritti fondamentali di solidarietà, di eguaglianza, di pace e giustizia sociale.
A favorire questo disegno, pericolosissimo per la sopravvivenza della democrazia, contribuisce, come si diceva, anche il contesto internazionale.
La “Pace” in un panorama stravolto da decine di guerre, dalle quali emergono quelle a noi più vicine, quella Ucraina e quella Israelo-palestinese, non è all’ordine del giorno.
Anzi, ormai si giustifica qualunque azione militare (etichettata di “difesa”) che causa ed ha già causato decine di migliaia di morti civili, di cui tante donne e bambini, in una escalation preoccupante e dilagante.
Vengono alla mente le parole di Sartre “…quando i ricchi si fanno la guerra, sono i poveri a morire.”…ma, questo è il peggio, questi massacri avvengono ormai nell’indifferenza generale che ha permeato tutti, in cui la morte spettacolarizzata lascia indenni le coscienze.
La guerra diventa così una nuova e accettabile normalità! Siamo chiamati ancora una volta a una risposta!
Per rendere viva la memoria della Liberazione dal Nazifascismo; per rivendicare un diverso modello di sviluppo e di società, che passi anche per la difesa dell’istruzione e della sanità pubblica; per dire basta alla repressione e alla censura; per chiedere la fine di ogni conflitto e rivendicare un ruolo diplomatico dell’Europa, nella cornice di un mondo multipolare.
E’ urgente resistere al tentativo di stravolgere la nostra Costituzione. E’ urgente opporsi a questo fascismo strisciante.
È urgente lottare per il “cessate il fuoco ovunque”.
È urgente un 25 aprile 2024 di pace e di liberazione dalla guerra.
TUTTI IN PIAZZA IL 25 APRILE! ORA E SEMPRE RESISTENZA!
Dipartimento Antifascismo Fisac Cgil Nazionale
Roma 25 aprile 2024