Dalla manifestazione nazionale del 7 ottobre, sono trascorsi più di 7 mesi: la situazione internazionale e del Paese è andata pericolosamente aggravando.
La guerra
Il rischio di una guerra generalizzata nel mondo è sempre più forte. A Gaza, in Medio Oriente, in Ucraina, in Sudan e in altre aree del mondo prosegue e si allarga la carneficina e la corsa al riarmo.
Il clima
Sui cambiamenti climatici non c’è inversione di tendenza; anzi si fanno passi indietro mentre aumentano le vittime e i danni, colpendo di più le persone, i lavoratori e i territori più fragili.
La transizione ecologica va governata, per renderla socialmente giusta, fondata su una nuova qualità del lavoro e dello sviluppo.
L’Unione Europea
L’Unione Europea, invece di essere un fattore di pace e di progresso, rischia di perdere il proprio ruolo di inclusione e di cooperazione e con il patto su migranti e asilo smarrisce anche la propria umanità.
L’Italia
In Italia l’attacco all’unità del paese, alla costituzione e alla democrazia prende il nome di autonomia differenziata e l’elezione diretta del Presidente del Consiglio. Così si approfondiscono le disuguaglianze e si mortifica la partecipazione democratica.
La libertà
La libera informazione, la libertà di manifestare, il diritto al dissenso, l’autonomia della magistratura sono sotto l’attacco di un crescente autoritarismo. Il ruolo dei corpi intermedi è svilito e negato.
L’economia
La situazione sociale ed economica è sempre più grave: il lavoro è sempre più precario soprattutto per giovani e donne. Basta con le morti sul lavoro: bisogna cambiare radicalmente l’attuale sistema fondato su appalti e subappalti e investire su salute e sicurezza.
C’è un’emergenza salari e pensioni, le diseguaglianze e la povertà crescono, il welfare – a partire dal diritto alla salute, all’istruzione e all’abitare – è sempre di più definanziato, in progressivo smantellamento e indebolito dalle privatizzazioni. Non si contrasta l’evasione fiscale e si attuano, invece, interventi regressivi come la flat tax. I diritti sociali e civili, a partire da quelli delle donne, sono a rischio. Anziché investire sulla giusta transizione e su nuove politiche industriali si sprecano risorse per opere inutili come il ponte sullo stretto. Il governo non dà le risposte che servirebbero: invece di contrastare queste tendenze le determina.
Ecco perché il 25 MAGGIO torniamo in piazza a NAPOLI con LA VIA MAESTRA
Il nostro paese ha bisogno di partecipazione, del ruolo delle organizzazioni sociali e sindacali, dei cittadini e delle cittadine che si associano per il bene comune. La Costituzione continua ad essere il nostro programma politico: per la democrazia, per la pace, per il clima, per la giustizia sociale, per il lavoro dignitoso, per dare un futuro sostenibile a questo paese. Le nostre proposte sono in continuità con la manifestazione del 7 ottobre 2023: UN’ITALIA CAPACE DI FUTURO, UN’EUROPA GIUSTA E SOLIDALE
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