L’associazione si è opposta fin dal primo momento al progetto autonomista della Lega e fa parte del comitato organizzatore del referendum abrogativo. «Non abbiamo mai avuto dubbi sulla negatività di questa operazione – dice il vicepresidente Anpi -, uno scempio dell’unità del paese nato dalla guerra di Liberazione. La Resistenza ha ricongiunto l’Italia, spezzata in 4 aree dall’occupazione nazista». Rappresenta una scelta scellerata, per l’Anpi, «istituzionalizzare divari e disuguaglianze».
La norma mette «a rischio il diritto all’istruzione e alla salute ma riguarda anche partite economiche e industriali complesse come il commercio estero e il settore energetico» avverte Ghezzi che invece si dimostra ottimista sull’esito della campagna referendaria. «È condotta da uno schieramento molto ampio di forze democratiche, tra partiti, sindacati, realtà associative. 500 mila firme entro il 30 settembre sono alla nostra portata, anche considerando il successo del referendum della Cgil contro Jobs Act. Occorre avere fiducia nell’intelligenza degli italiani che hanno sempre respinto gli attacchi alla Costituzione, come nel 2016».
#autonomiadifferenziata
#pastasciuttaantifascista2024