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E’ arrivata l’estate e ha portato con sé tanti problemi vecchi e nuovi a movimentare le giornate delle lavoratrici e dei lavoratori del Monte qui in Campania.
Come non bastassero le carenze di organico abituali, ci si è messa la riorganizzazione dei modelli di servizio Sb e Valore a complicare le cose, rendendole insostenibili non appena sono iniziate le ferie.
E per rendere tutto un po’ più hot, ogni giorno filiali, uffici e centri specialistici fanno i conti con impianti di climatizzazione che non funzionano, funzionano male, necessitano di manutenzione e/o sostituzione dei fan coil.
All’interno di alcuni luoghi di lavoro si raggiungono temperature anche di 29 gradi, coi colleghi che oltre ad essere oramai cotti dalle continue pressioni per il raggiungimento dei budget, sono costretti a star lì a rosolare e diventare croccanti; le richieste di intervento vengono ignorate e telefonicamente le risposte sono sempre le stesse: non si può far nulla, non ci sono fondi per le sostituzione degli apparecchi.
Ma come? Non eravamo una Banca risanata, con utili e profitti in crescita?
Durante la sua tournee, l’AD Lovaglio ha esplicitamente detto che chi sostiene non ci siano soldi per risolvere problemi del genere sta dichiarando il falso.
Ebbene ci sono filiali con richiesta di sostituzione fan coil non funzionanti da Ottobre 2023, che hanno patito il freddo d’inverno e ora sono costrette ad offrire gratuitamente sauna a clienti e colleghi/e.
Se il problema non è economico, com’è anche lontanamente giustificabile l’inefficienza e la lungaggine degli interventi?
I titolari di filiale e i preposti dei vari centri/uffici sono anche i responsabili della salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori che da loro dipendono direttamente.
Possono e devono chiudere i locali e mandare i dipendenti a casa o in altri luoghi in cui siano garantiti i requisiti di salubrità. Ma non può essere scaricata su di loro tutta la responsabilità, dal momento che non solo non hanno gli strumenti idonei di misurazione della temperatura e del livello di umidità, ma soprattutto, se non si tratta di una situazione occasionale, ma ricorrente o abituale in alcuni casi, li si costringe a scegliere tra la salute dei lavoratori e il raggiungimento degli obiettivi commerciali e sappiamo tutti che con le pressioni che ricevono loro per primi la scelta non è così scontata.
Se la situazione continua così ad un prossimo tg ci ritroveremo lo scienziato di turno che spiega agli anziani di bere molto e non entrare in banca nelle ore più calde!
Ironizziamo, ma la situazione è davvero drammatica ed è elevato il rischio di un malore da parte di qualche collega o anche di clienti.
Non si può lavorare in queste condizioni, non si può chiedere ai lavoratori e alle lavoratrici di svolgere al meglio le proprie attività mentre grondano sudore, faticano a concentrarsi o anche semplicemente a respirare.
E’ disumano ed è contrario ad ogni normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Invitiamo i colleghi e le colleghe a continuare a segnalarci problematiche relative all’argomento.
Ricordiamo che il sacrificio umano non è previsto dal nostro CCNL.
Nessuno di noi è tenuto a lavorare in condizioni di salubrità non idonee; per contro il nostro datore di lavoro è tenuto per legge a garantirle.
Sollecitiamo la nostra Direzione Territoriale a censire e monitorare le richieste di intervento e le segnalazioni di malfunzionamento legate agli impianti di condizionamento ed adoperarsi per l’evasione delle stesse in tempi rapidi o a trovare efficaci soluzioni alternative che mettano al primo posto la salute delle lavoratrici e dei lavoratori e non la continuità dell’attività commerciale.
18/07/2024
Le segreterie
Fisac Mps Napoli, Caserta e Benevento, Uilca Mps Napoli e Caserta