Pensione complementare? Una scelta per il futuro

Con stipendi bassi e precarietà gli assegni saranno sempre più magri. Ma non basta, bisogna superare la Fornero e intervenire sul mercato del lavoro

da: www.collettiva.it – 3 settembre 2024
articolo di Stefano Iucci

Lavoro povero e crisi demografica rappresentano una vera e propria bomba a orologeria per il sistema previdenziale italiano e per il futuro pensionistico di intere generazioni. Ecco perché il rafforzamento della previdenza complementare – rispetto alla quale l’Italia è indietro nelle adesioni nel confronto con altri Paesi europei – è importantissimo per garantire loro un futuro pensionistico dignitoso.

Anche se ovviamente tutto questo non basta per chi lavora con bassissime retribuzioni, è entrato tardi nel mondo del lavoro e ha carriere discontinue. Per questo, spiega Ezio Cigna, responsabile Politiche previdenziali della Cgil, “è necessaria una pensione di garanzia, come la Confederazione propone da tempo e comunque qualsiasi intervento sul sistema previdenziale non accompagnato da interventi strutturali nel mercato del lavoro rischia di non dare alcun risultato”. In ogni caso, in questo contesto di incertezza e difficoltà è fondamentale agire anche sulle pensioni complementari.

Assegni più magri

È importante ricordare che il nostro sistema previdenziale pubblico è a ripartizione: le pensioni attualmente erogate vengono pagate utilizzando i contributi versati dai lavoratori in attività. Per poter funzionare in modo efficiente, questo meccanismo richiede crescita economica e crescita demografica, che nel nostro Paese, come detto, sono in forte contrazione. Il tutto con effetti pesanti sul tasso di sostituzione, cioè sul rapporto percentuale tra l’ultimo stipendio percepito dal lavoratore e il suo primo assegno da pensionato. Per questo servirebbero non slogan ma interventi seri che rendano il sistema più equo e sostenibile e, in ogni caso, non usare la previdenza per fare cassa, come invece sta facendo il governo sin dal suo insediamento.

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