
La FISAC CGIL ha avviato recentemente un percorso formativo destinato ai futuri Dirigenti sindacali con un evento inaugurale che si è svolto a Roma lo scorso il 16 ottobre, a cui ha partecipato, tra gli altri, Sergio Cofferati che ha apportato un contributo di carattere storico e normativo.
L’ex segretario generale, l’uomo che ha trascinato in piazza milioni di persone per la difesa dello Statuto dei lavoratori, ha focalizzato il suo intervento sul senso di “Essere Cgil” nella storia di ieri, negli scenari di oggi e domani, con i Valori di sempre.
Partendo dalla genesi della prima Camera del Lavoro d’Italia, ha tracciato le linee costitutive del Sindacato Confederale, punto di riferimento per il mondo del lavoro e di tutto ciò che vi gravita intorno, dall’organizzazione del lavoro agli “strumenti del lavoro”.
La formazione è uno strumento lavorativo che il sindacato contratta e sostiene perché si possa operare con conoscenza e competenza nella propria attività: è impossibile produrre se non si sa come farlo o cosa utilizzare, a maggior ragione oggi con una evoluzione tecnologica galoppante.
Cofferati ha condotto la platea sull’asse del tempo, narrando di quelle conquiste sindacali, come il diritto di voto per i cafoni all’epoca di Di Vittorio, fino ad arrivare alla grande conquista dello Statuto dei lavoratori.
La Legge 300/70 pur essendo di grande attualità per le tutele ed i diritti destinati ad una bella fetta del mondo del lavoro, rivela oggi dei vuoti normativi per le trasformazioni che sono avvenute nei processi economici e produttivi.
Il liberismo sfrenato degli anni 80, il fenomeno di de-industrializzazione e terziarizzazione, la globalizzazione ed il dumping hanno assottigliato notevolmente la platea di riferimento della legge stessa.
Nel corso degli ultimi decenni, diversi Governi hanno provato a smontare quell’impianto normativo per lasciare le mani libere alle imprese in nome della produttività e ancora oggi siamo tutti chiamati a difendere quel mondo del lavoro che è stato escluso dall’ambito di applicazione della legge: il sistema capitalistico ha eroso nel tempo e svuotato di senso la norma, creando un mondo del lavoro precario ed invisibile, parasubordinato e fintamente autonomo, rispetto al quale la legge non produce effetti.
La sfida che Cofferati ha lanciato ai futuri dirigenti sindacali è quella di colmare i vuoti della legge e determinare un cambiamento della rotta politica, partendo dalla condizione positiva che il sindacato del credito può vantare per esperienza contrattuale e controparte dialogante.
In realtà ciò che il segretario della CGIL auspica può davvero essere una partita che il sindacato del credito può giocare, grazie alle nuove Direttive europee in tema di rendicontazione e integrazione degli aspetti ESG per il raggiungimento degli obiettivi di Sostenibilità e dell’agenda 2030.
Il 25 settembre 2024 è entrato ufficialmente in vigore il decreto di recepimento italiano della direttiva CSRD, D.Lgs. 2024/125 che prevede l’obbligo per le aziende di comunicare e discutere le informazioni sulla sostenibilità relative all’impatto ambientale, ai diritti umani e sociali e agli aspetti di governance con i rappresentanti dei lavoratori.
Le Imprese destinatarie del provvedimento legislativo sono proprio quelle del nostro settore:
- Fatturato netto di 50 milioni di euro;
- Patrimonio di 25 milioni di euro;
- 250 o più dipendenti.
In sostanza il sistema finanziario è interessato da un cambiamento epocale in termini di trasparenza e misurazione dell’impatto e le aziende dovranno rendere conto della catena del valore, ossia di tutto ciò che è a valle o a monte della propria attività, rendicontando su legami contrattuali, appalti, sostenibilità dei propri fornitori o stakeholder.
Il 25 Luglio 2024 é entrata in vigore la Direttiva CSDDD sul dovere di diligenza delle imprese rispetto alla supply chain, una norma necessaria soprattutto nel nostro Paese per prevenire fenomeni di caporalato e illegalità.
Grazie al quadro normativo europeo e all’azione sindacale della FISAC CGIL all’interno del mondo finanziario, potremmo davvero riempire quel vuoto normativo a cui faceva riferimento Cofferati, cogliendo la sua sfida come un buon auspicio per il settore che rappresentiamo e per tutti i portatori di interesse.