
Nel 1990 la regione ospitava 12 banche. Poi le grandi aggregazioni e i guai di Carige hanno cambiato radicalmente il panorama
Per fare una breve sintesi, citando solo gli istituti più famosi, in tempi recenti la regione ha perso il Banco di Chiavari (entrato prima in Comit, quindi in Intesa, poi in Banco popolare di Lodi, fuso infine in Bpm); poi il Banco di San Giorgio (confluito nel Credito agrario bresciano, quindi in Banca Lombarda, in Ubi e in Intesa Sanpaolo); da ultimo, Carige è stata incorporata in Bper.
Per quanto riguarda, poi, gli sportelli bancari, in Liguria, diversamente dall’Italia e dal Nordovest, a fine 2023 risultano, dice Riccardi, «numericamente inferiori a quelli presenti nel 1990. Allora erano 16.797 a livello nazionale, 5.188 nel Nordovest e 573 sul territorio ligure; oggi i numeri sono, rispettivamente, 20.161 (Italia), 6.145 (Nordovest) e 561 (Liguria)». Nella regione, sottolinea Riccardi, «anche il numero degli sportelli bancari ogni 100mila abitanti è diminuito costantemente, da fine 2015, ed è inferiore (37) a quello medio del Nordovest (39)». Mentre restano entrambi superiori alla media italiana (34).
Legata alla diminuzione degli sportelli, sottolinea la Fisac, è la flessione anche dei dipendenti bancari: la Liguria è la regione, in Italia, «che ha perso più dipendenti negli ultimi cinque anni: -36% circa, tra il 2018 e il 2023, passando da 6.554 addetti a 4.207». Che i due fenomeni vadano di pari passo lo dimostra il fatto che «aumenta la concentrazione dei dipendenti nei territori dove insistono le direzioni generali dei gruppi più grandi. Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, dove hanno sede principale cinque dei sei maggiori gruppi bancari, sono le prime tre regioni per numero di addetti: nei loro territori lavora il 52% di tutti i dipendenti del settore, a fronte di una popolazione residente di poco superiore al 30%. Il Nord Ovest ha il 30,5% degli sportelli bancari e oltre il 42% dei dipendenti».
Inoltre, in Liguria, dove maggiore è stata la riduzione delle banche e degli sportelli bancari, le contrazioni dei prestiti bancari lordi (-21% tra 2011 e 2024) e dei prestiti bancari lordi alle Pmi (-40% nello stesso periodo) sono in diminuzione maggiore di quelle registrate a livello nazionale (rispettivamente -11% e -37%). Mentre, per contro, sono in aumento sul territorio le operazioni bancarie sospette (specie dopo la pandemia di Covid): +13,2% nel 2022 rispetto al 2021, una percentuale superiore alla crescita nazionale (+11,4%).
Dall’osservazione di questa situazione è nata l’idea del sindacato assicurativi e bancari della Cgil, insieme al suo dipartimento Legalità e antiriciclaggio, alla Cgil Liguria e in collaborazione con la facoltà di Economia dell’università di Genova, di istituire due borse di studio, nell’anno accademico 2024-2025, da mille euro ciascuna per tesi di laurea magistrale su Ruolo del settore creditizio e assicurativo e le tematiche della legalità e trasparenza. L’obiettivo è di portare gli studenti ad analizzare diverse tematiche: dalle conseguenze delle aggregazioni bancarie, alle ricadute sociali sull’uso moneta elettronica, alle criptovalute. «Puntiamo – dice Marco Doria, docente di Storia economica all’università di Genova – a spingere i giovani a occuparsi di problemi che sono centrali nella vita della nostra società con una crescita di consapevolezza».