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PAURA ED OMERTA’
Sembrano parole uscite da romanzi ambientati in Trinacria dei tempi passati, invece sono quanto mai attuali, con una connotazione ovviamente negativa, nell’ambito della nostra sfera lavorativa.
Si…, sono i comportamenti tenuti e le sensazioni che serpeggiano soprattutto tra gli OP quando sentono la parlare di sindacato, qualunque sia la sigla o l’estrazione politica…, eppure siamo nel 2024!
Esiste una paura nell’iscriversi a qualunque sindacato o a partecipare ad iniziative organizzate, che per falsa dignità, vengono evase e celate da scuse puerili ed infondate; nonostante l’evoluzione del mondo lavorativo, si ha ancora timore di avere ripercussioni, di essere additati come antiaziendali, si teme di essere denigrati o presi in giro, di essere emarginati.
Iscriversi ad un sindacato è un diritto inviolabile di ogni lavoratore, che per mezzo di queste organizzazioni promuove azioni per un migliorare l’attività lavorativa, cosa che presuppone anche una migliore produttività di cui ne ha vantaggio soprattutto l’azienda, cercando di migliorare la sua condizione e la metodologia lavorativa; chi è iscritto non può ricevere comportamenti discriminanti, sia nelle relazioni interpersonali che negli sviluppi di carriera, rispetto a chi non è iscritto.
Va ribadito e chiarito che iscriversi ad un sindacato, non vuol dire fare guerra al datore di lavoro, ma innanzi tutto significa conoscere quali sono i doveri ed i diritti derivanti da CCNL, CIA ed altri accordi, spesso ignorati o poco conosciuti per le note peripezie di reperimento di notizie, e significa soprattutto condividere con altri colleghi metodologie lavorative per evitare difficoltà e per cercare soluzioni che possano giovare a tutti.
Soprattutto negli ultimi anni, nel nostro settore, grazie ai sindacati si sono ottenuti miglioramenti e agevolazioni, alcune erano esclusive di alcune categorie lavorative, il tutto per diminuire le disparita tra i dipendenti facenti parte della stessa azienda, anche se una equità non è stata ancora raggiunta. I lavoratori a tutt’oggi non conoscono le agevolazioni ed le garanzie ottenute, il welfare, i premi, i buoni, i rimborsi a cui si ha diritto, per questo le organizzazioni sindacali, tra le tante attività importanti che svolgono, promuovono l’informazione, aggiornando anche sulle novità e sulle trattative/incontri con la datrice di lavoro, dando notizie di colleghi di altre realtà, o impegnandosi negli approfondimenti di natura normativa a cui siamo assoggettati per lo svolgimento del nostro lavoro.
Fa sorridere sentire le motivazioni degli OP che hanno ansia nell’iscriversi: non ho tempo (come se l’iscrizione comportasse un impegno costante nel tempo), o devo fare carriera (nelle aziende di valore chi “sale” lo deve alle qualità professionali e non ad altro), o devo chiedere il permesso ai miei dirigenti (iscriversi è un diritto non è un permesso o una regalia, una concessione)…. Allo stesso modo fa sorridere il fatto che chi è iscritto celi il suo status comportandosi o nascondendo la sua adesione, come se facesse parte di una organizzazione segreta o sovversiva. Perché tutto questo timore? Queste angosce sono fondate o frutto di comportamenti che portano a questi pensieri? Sia nel primo caso che nel secondo sono atteggiamenti gravi e da censurare.
La legge 300 del 1970, c.d. Statuto dei lavoratori, è la norma più importante per l’applicazione dei principi costituzionali al mondo lavorativo. Con questa norma si sancisce la libertà del lavoratore, la sua dignità e la sua sicurezza, anche attraverso la piena libertà di manifestare idee, orientamenti politici, sindacali, di opinioni, nonché l’eliminazione di discriminazioni basate su religione, sesso, razza. I principi ispiratori di questa norma sono proprio la libertà di opinione e sindacale, che se prima della sua emanazione potevano essere un rischio o causa di ingiuste ripercussioni, con la sua stesura che integra gli artt 39 e 40 della Costituzione chiarisce bene l’importanza e la tutela del lavoratore che aderisce ad organizzazioni sindacali.
Pensare ai sindacati, come a quelle organizzazioni che promuovono scioperi, danneggiamenti, guerre e lotte e ogni altra attività che può arrecare danni al datore di lavoro è una assurda fantasia e fonte di ilarità – sono immagini, fuorviati anche da film o immagini di tempi passati che non hanno nulla con le attività attuali; la vera realtà è che il sindacato, oggi, è spesso interpellato dalle aziende stesse, perché conoscendo bene la realtà lavorativa e le problematiche dei lavoratori, possono dare consigli ed indirizzi per raggiungere all’unisono i traguardi e le ambizioni negli attuali mercati, dando ai dipendenti le giuste gratificazioni per un lavoro più produttivo e stimolante . Oggi per tali organizzazioni non esistono più “padroni” ma solo colleghi di lavoro. I sindacati, oggi, operano per la salvaguardia dei dipendenti e dell’azienda, essendo le relazioni tra questi vitali per il benessere di entrambi. Tutti i lavoratori, anche nella nostra compagnia, hanno un sindacato che li rappresenta e che possono aiutare i vertici con consigli ed idee per aumentare l’alacrità del personale: i dirigenti e funzionari, gli amministrativi, gli agenti, hanno tutti un’organizzazione di riferimento, a cui ci si iscrive per migliorare il lavoro specifico assegnato, le condizioni e gli interessi di categoria; la stessa possibilità e lo stesso diritto è dato anche ai dipendenti dell’organizzazione produttiva e nessuno può impedire o ridicolizzare tale scelta: basta con il pensare “se avrò un domani difficoltà e non sono iscritto avrò un trattamento migliore”. Conoscere e migliorarsi è un diritto inviolabile. Vi invito a leggere e prendere coscienza dell’art. 28 L. 300/70 – Procedimento per la repressione della condotta antisindacale.
A.P.