Nessuno dimentichi

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa aprono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, liberando i prigionieri sopravvissuti a quell’orrenda macchina di morte.

Il 27 gennaio di ogni anno, dal 2005, si celebra la Giornata della Memoria delle vittime della Shoah e di tutti coloro che nei vari Paesi si opposero  agli occupanti tedeschi: antifascisti, partigiani, chi aveva partecipato agli scioperi, coloro che appoggiarono la Resistenza, gli omosessuali, le minoranze religiose, i disabili fisici e mentali, i deportati politici, i prigionieri di guerra. Più in generale, uomini e donne che decisero di non sottostare agli ordini ed all’ordine che nazisti e fascisti avevano progettato per il nuovo mondo.

La storia della deportazione e dei campi di sterminio non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa, dalla violenza e dalla barbarie nazifascista che si abbatte’ contro il popolo ebraico, ma non solo.

Ricordare significa riconoscere le responsabilità del passato; il filo della memoria e’ necessario, indispensabile, ma dobbiamo impegnarci nel presente per costruire una società più giusta, dove il valore della diversità e della dignità umana prevalga su ogni forma di intolleranza, dobbiamo combattere l’indifferenza e l’odio.

Oggi più che mai dobbiamo difendere la nostra storia. E’ necessario capire come contrastare l’uso capovolto che la destra al governo fa della storia, dobbiamo combattere le mistificazioni, le tendenze revisioniste che portano ad una lettura distorta e falsa di quanto accaduto e spingono ad incoraggiare l’oblio.

Difendere la storia della Resistenza significa lottare per la pace e per la giustizia per tutti i popoli del mondo, in ogni parte del mondo.

Nubi nere si addensano sul nostro futuro! Nel nostro Paese, in Europa e non solo, movimenti nazifascisti prendono sempre più piede.

In questa giornata che deve essere certamente della memoria, ma anche di consapevolezza di cosa è stato quel periodo e quale il pericolo che stiamo nuovamente correndo, non trovo parole più attuali ed efficaci di quelle di Primo Levi ne “I sommersi e i salvati” che, rivisitando a distanza di diversi decenni la sua esperienza nel lager, scrisse:

“…Può accadere e dappertutto. Non intendo né posso dire che avverrà; (…) è poco probabile che si verifichino di nuovo, simultaneamente, tutti i fattori che hanno scatenato la follia nazista, ma si profilano alcuni segni precursori. La violenza, ‘utile’ o ‘inutile’, è sotto i nostri occhi: serpeggia, in episodi saltuari e privati, o come illegalità di stato (…) Attende solo il nuovo istrione (non mancano i candidati) che la organizzi, la legalizzi, la dichiari necessaria e dovuta e infetti il mondo. Pochi paesi possono essere garantiti immuni da una futura marea di violenza, generata da intolleranza, da libidine di potere, da ragioni economiche, da fanatismo religioso o politico, da attriti razziali. Occorre quindi affinare i nostri sensi, diffidare dai profeti, dagli incantatori, da quelli che dicono e scrivono ‘belle parole’ non sostenute da buone ragioni (…) Ci viene chiesto dai giovani, tanto più spesso e tanto più insistentemente quanto più quel tempo si allontana, chi erano, di che stoffa erano fatti, i nostri ‘aguzzini’. Il termine allude ai nostri ex custodi, alle SS, e a mio parere è improprio: fa pensare a individui distorti, nati male, sadici, affetti da un vizio d’origine. Invece erano fatti della nostra stessa stoffa, erano esseri umani medi, mediamente intelligenti, mediamente malvagi: salvo eccezioni, non erano mostri, avevano il nostro viso, ma erano stati educati male.”

MAI PIÙ!

Roma, 27 gennaio 2025

Dipartimento Antifascismo/Antirazzismo Fisac Cgil

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