(la concorrenza ringrazia sentitamente)
La bomba del piano di chiusura delle Filiali esplosa nei giorni scorsi ha colpito in maniera scientifica un territorio che diventa, non solo geograficamente, sempre più il sud del sud.
Non si comprende perché tanto accanimento nei confronti di una Provincia che ha sempre prodotto risultati ai vertici della Direzione Regionale tanto da consentire brillanti carriere delle quali siamo stati orgogliosi.
Un territorio che già ai tempi dell’accorpamento UBI ha avuto solo il 10 % delle Filiali UBI in Calabria (già oggi tutte chiuse) e che col nuovo piano si ritrova lo stesso numero di sportelli chiusi del resto delle 4 province.
Innanzitutto richiediamo grande attenzione per le esigenze personali dei colleghi in servizio nelle filiali oggetto delle variazioni previste dal piano territoriale 2025 auspicando che lo stesso non sia ragione di disagi e di difficoltà a conciliare il lavoro con gli impegni personali.
Ricordiamo all’azienda (noi ne siamo ben consapevoli) che sono i colleghi del nostro territorio i veri artefici dei risultati raggiunti e di quelli che, con costante impegno e professionalità, riusciremo a raggiungere in futuro.
Di seguito, riteniamo opportuno fare altre considerazioni:
Ci chiediamo quale sarà il futuro delle filiali per le quali è prevista la “trasformazione in attesa di accorpamento”.
Chiediamo all’azienda di chiarire se e quando Bagnara e Rosarno saranno chiuse/accorpate e come saranno gestite le assenze delle risorse rimanenti.
Chiediamo che vengano risolte con urgenza le criticità ambientali di igiene da noi più volte segnalate e di porre massima attenzione alla sicurezza dei colleghi.
La chiusura di Taurianova, piazza storica e ricca al centro geografico della Piana di Gioia Tauro, genera enormi perplessità.
Quante Filiali in Calabria hanno Driver, Afi e Kpi inferiori?
Quale criterio si è usato?
Forse il contrassegno della filiale è uscito estraendolo a sorte da un bussolotto?
Abbiamo grande preoccupazione sulle conseguenze a seguito della chiusura della Filiale di Reggio Calabria Corso Garibaldi: il mese scorso abbiamo evidenziato le problematiche già esistenti sulla piazza (ma anche in provincia) sulla gestione degli ATM tenuto conto dei volumi di contante trattati sul territorio.
Togliere tre bancomat e una tarm dal centro della città non farà che accentuare i problemi già denunciati.
Le continue interruzioni del servizio di Atm e le costanti segnalazioni di anomalie sulle carte di questi giorni lasciano presagire folle di clienti inferociti perché in questa città Intesa Sanpaolo potrebbe non essere in grado di garantire i prelievi di denaro liquido con la presenza di un’unica filiale sulla piazza in grado di emettere assegni circolari o effettuare altre operazioni di cassa, peraltro con un’unica risorsa dedicata.
E’ necessaria un squadra di persone che si dedichino in maniera costante alla gestione quotidiana degli atm nella città e in provincia.
Tali chiusure non dovranno in alcun modo comportare la collocazione forzata dei colleghi in ambiti territoriali diversi ed auspichiamo anzi che tali risorse consentano il miglioramento qualitativo dei servizi offerti alla clientela; non è più possibile pensare che i GA possano sostituirsi alle carenze organizzative e gestionali che ad oggi si ravvisano nelle filiali.
L’aumento fuori misura dei budget registrato quest’anno potrebbe essere raggiunto solo con una corretta allocazione delle risorse e divisione dei portafogli: quanto avvenuto di passato dove 2+2 (portafogli) faceva 3 non può funzionare!
E’ necessario presidiare le strutture degli uffici Direzionali anche sulla nostra Piazza incrementando quelle esistenti e creandone di nuove in ambiti che già sono stati implementati su altre provincie della Regione.
Criteri diversi di gestione del personale significheranno che c’è un accanimento contro un territorio che, ripetiamo, ha sempre prodotto oltre ogni ragionevole dato macroeconomico tenuto conto che operiamo in una delle aree economicamente più arretrate d’ Europa.
Il raggiungimento dei risultati non può prescindere da un corretto utilizzo delle risorse che non vanno mortificate e trattate come pacchi postali specie se evidenziano criticità familiari o di salute.
Aldilà dei proclami di facciata Intesa San Paolo ha abdicato alla funzione sociale che aveva nel territorio regalando in questo modo alla concorrenza, corposi pacchetti di Afi detenuti dalla clientela che ha un’età media molto alta ed è poco propensa alla mobilità e alla tecnologia (che, ripetiamo, sta avendo falle incredibili).
Ci chiediamo a chi giova tutto questo.
Le chiusure andavano fatte ma seguendo delle logiche che francamente non intravediamo neppure con la più fervida immaginazione.
RSA INTESA SANPAOLO REGGIO CALABRIA
Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Unisin
Reggio Calabria, 17/03/2025