Dip. Salute e Sicurezza: primo maggio 2025 “uniti per un lavoro sicuro”

Cgil, Cisl e Uil hanno deciso che il Primo Maggio 2025 sarà incentrato sul tema Salute e Sicurezza sul Lavoro.

Ricordiamo che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in vista della Festa del Lavoro, ha sottolineato: “Tema questo fondamentale di civiltà. Quella delle morti del lavoro è una piaga che non accenna ad arrestarsi e che, nel nostro Paese ha già mietuto, in questi primi mesi, centinaia di vite, con altrettante famiglie consegnate alla disperazione”. Inoltre ha ammonito che: “Non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione e che l’impegno per la sicurezza nel lavoro richiede di essere rafforzato” , e ha concluso ringraziando “Cgil, Cisl e Uil per aver scelto la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro come tema di un Primo maggio unitario”.
In questa ottica dobbiamo proseguire l’impegno che, come Dipartimento Salute e Sicurezza della Fisac Cgil, da anni affrontiamo, affinché la tutela collettiva e il costante miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori siano un obbiettivo sostanziale dell’attività sindacale.

Attraverso il recepimento delle direttive europee l’ordinamento italiano è passato da una rappresentazione in cui il datore di lavoro era l’unico debitore di sicurezza tenuto ad attuare forzatamente gli obblighi di prevenzione, ad una concezione che vede come necessaria la partecipazione dei lavoratori quali soggetti attivi, nella predisposizione e nell’attuazione delle misure di sicurezza.

Allo sviluppo normativo e tecnico non ha corrisposto un pari avanzamento culturale, soprattutto tra i datori di lavoro per i quali, unica figura tra quelle deputate alla sicurezza, solo con ultimo Accordo Stato-Regioni del 17 aprile u.s., è stata sancita la formazione obbligatoria.

In questi anni l’azione del Dipartimento si è indirizzata sul ruolo delle Lavoratrici, dei Lavoratori e dei loro Rappresentanti affinché acquisiscano le competenze e le conoscenze atte a evitare di scaricare solo sulle lavoratrici e i lavoratori le responsabilità degli accadimenti infortunistici.

L’esperienza e la giurisprudenza dimostrano infatti che la sicurezza, o l’insicurezza, è il risultato della influenza reciproca di un esteso numero di fattori, dei quali il comportamento dei lavoratori non è neanche il più rilevante.

È necessario ricordare il diritto sancito dallo Statuto dei Lavoratori, del 1970 secondo cui ogni lavoratore può richiedere, attraverso l’azione delle rappresentanze sindacali, il controllo delle condizioni di lavoro. Inoltre con l’emanazione del D.Lgs. 626/94 e successivamente del D.lgs. 81/08 si è diffusa la figura del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) .

Il Testo Unico in particolare dà vita ad un complesso sistema di relazioni tra diversi soggetti (RLS, datore di lavoro, dirigenti, preposti, medico competente, responsabile del servizio di prevenzione, etc.), in cui la figura del Rappresentante per la Sicurezza dei Lavoratori viene prima riconosciuta e successivamente rafforzata dalla legge.

Nonostante ciò l’impressione generale è che i temi di salute e sicurezza non sempre vengano messi al centro della discussione e che, superate le situazioni di emergenza, determinate da gravi e spettacolari infortuni, ci sia la difficoltà a dare concretezza e continuità a progetti che riportino salute e sicurezza negli ambienti di lavoro.

Tale situazione ha fatto sì che l’attuazione delle direttive europee per il miglioramento della salute dei lavoratori abbia generato un contesto a “macchia di leopardo” dove contemporaneamente negli stessi territori e ambiti lavorativi si possono registrare situazioni in cui le di condizioni di tutela, individuale e collettiva vengono trattate e gestita in maniera eccellente e altre nelle quali i rappresentanti neppure riescono ad avere corretti rapporti con le controparti.

Quindi, malgrado il recepimento della legislazione europea, non si riesce a sfruttare uniformemente il ricco capitale di strumenti e opportunità ottenuto attraverso i progressi contrattuali e legislativi rispetto al controllo dell’ambiente di lavoro.

Purtroppo normative sul lavoro, vedi anche “Job Act”, hanno messo in discussione sempre più i diritti dei lavoratori anche quelli relativi la tutela della propria salute e sicurezza, grazie soprattutto all’aumento della precarietà e deresponsabilizzazione dei committenti verso gli appaltati.

I referendum, indetti dalla Cgil, dell’8 e 9 giugno vogliono giustamente porre un rimedio e aprire nuovi fronti di azioni sindacali che vedono coinvolti chi dovrà occuparsi di salute e sicurezza con nuove competenze tecniche e soprattutto con una più ampia visione organizzativa.

A maggior ragione dovremo nel prossimo futuro, specificamente nel nostro comparto, affrontare le tematiche dei rischi in tema di Salute e Sicurezza nell’era del digitale dell’AI, come del resto indicato dall’Agenzia di Bilbao EU-OSHA nell’ambito della campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri” 2023-2025, che ha l’obiettivo di diffondere in tutti i paesi membri la “consapevolezza dell’impatto delle nuove tecnologie digitali”.

Insomma non resta che augurare a tutti noi un buon Primo Maggio e riempire le Piazze con la nostra “Intelligenza, entusiasmo e forza”.

Dipartimento Salute e Sicurezza
Fisac Cgil Nazionale

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