Mancano 30 giorni all’8-9 giugno: tante personalità (economisti, storici, magistrati, artisti) sono intervenute a sostegno dei cinque quesiti.
da: www.collettiva.it
Articolo di Emanuele Di Nicola – 8 maggio 2025
Sono gli ultimi trenta giorni: oggi, 8 maggio, manca esattamente un mese al referendum dell’8 e 9 giugno, che chiamerà alle urne tutti i cittadini e le cittadine italiane. Saremo tutti convocati a votare sui cinque quesiti per cambiare l’Italia, ridando dignità alle condizioni dei lavoratori e riconoscendo il giusto diritto alla cittadinanza a chi ancora non ce l’ha.
Mattarella contro l’astensionismo
Un assist importante è arrivato dai vertici dello Stato, ovvero dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In occasione degli ottant’anni dalla Liberazione, l’inquilino del Quirinale ha ricordato il valore del voto: “Non possiamo arrenderci all’astensionismo, altrimenti rischiamo una democrazia a bassa intensità”.
Il sì degli economisti
Gli economisti hanno fatto sentire la loro voce. Importante, anzi fondamentale, perché spiegano a chiare lettere che la vittoria dei sì può migliorare l’Italia dal punto di vista economico e sociale. Alcuni esempi. L’economista Laura Pennacchi ha detto a Collettiva: “Di questi referendum condivido tutto. In particolare i quesiti che vogliono contrastare una realtà che si è andata affermando dal 2014 e che ha dato maggiore impulso alla precarietà e alla frammentazione del lavoro”.
Così Riccardo Realfonzo: “Ridimensionare il Jobs Act è indispensabile per rompere il circolo vizioso. Limitando la precarietà e riaffermando i diritti elementari dei lavoratori si creano le condizioni per interrompere la progressiva caduta della quota del Pil che va ai redditi da lavoro, e per imporre all’economia italiana una strada diversa”.
Anche l’economista Mario Pianta voterà cinque sì. Per Pianta, attraverso i quesiti, “è importante ricostruire una traiettoria per l’economia e la società italiana che rimetta al centro il lavoro e i suoi diritti, che riconosca l’importanza di una tutela dei salari reali anche di fronte alle dinamiche dell’inflazione e metta fine alla gravità del precariato, alla selva dei contratti di lavoro, all’instabilità e alla fragilità del lavoro di fronte al capitale”. Insomma, il referendum fa bene anche all’economia.
Sicurezza e lotta alla mafia
Un’altra testimonianza porta la firma di Bruno Giordano, magistrato, che ha sottolineato l’importanza della posta in gioco: “Oltre alla cittadinanza e oltre al lavoro – a suo avviso – nelle schede ci sono dei quesiti che riguardano proprio la dignità dell’occupazione e delle persone, la sicurezza dei lavoratori, questioni che stanno alla base della nostra democrazia”.
L’ex ministra della Sanità Rosy Bindi ha sviscerato un altro nodo da non sottovalutare: “Il referendum – ha detto – è anche uno strumento per combattere la mafia, soprattutto in riferimento agli appalti e subappalti. Per questo andiamo a votare cinque sì per abrogare le leggi sbagliate”.
L’importanza della cittadinanza
Antonella Soldo è la coordinatrice del Comitato referendario sulla cittadinanza. Proprio lei ha raccontato perché è giusto votare sì al quesito che punta a modificare la legge 91 del 1992, per dimezzare i tempi di ottenimento della cittadinanza: da 10 a 5 anni.
La voce degli artisti
Il mondo del cinema e della televisione ha appoggiato la mobilitazione. Ha firmato l’attore Neri Marcoré, invitando a sottoscrivere i quesiti in un video. Insieme a lui il regista Andrea Segre, il comico napoletano Francesco Paolantoni, l’attore e regista Ascanio Celestini, Dario Vergassola e tanti altri.
Direttamente dal concertone del Primo Maggio, è arrivato il sostegno di Mondo Marcio, Giancane e Tredici Pietro. Come evidente dalle loro dichiarazioni, gli artisti si recheranno in massa ai seggi. Giancane ha lanciato un appello: “Mi raccomando: l’8 e 9 giugno andate a votare per i cinque sì. Se non siete convinti di votare sì, andate a votare lo stesso che serve il quorum”.
Altri volti noti offrono il loro sostegno, raccolti dalla pagina Instagram Ribelli per 5 sì al referendum. Tra questi c’è Margherita Vicario: “Il referendum è il mezzo più potente che abbiamo per esprimere la nostra opinione, tutti a votare”. Sulla stessa linea I Patagarri, sempre sotto il palco di San Giovanni: “L’8 e 9 giugno andate a votare, è molto importante”, dicono, ricordando anche le modalità per il voto dei fuorisede. E ancora il rapper Gemitaiz: “Riformiamo il lavoro e la cittadinanza, votiamo perché è molto importante”.
Insomma, fra trenta giorni resta una sola cosa da fare: andare alle urne per votare cinque sì.