Gruppo Reale: tutti in piazza a Roma

Si torna in piazza. Contro la guerra, contro il riarmo, contro il genocidio, contro l’autoritarismo.

In 18 paesi europei, oltre mille sigle scendono in campo. Solo in Italia, più di 300 reti e organizzazioni si uniscono per dire NO alla logica della morte. Fra queste, coerentemente con la sua storia e la sua ragione fondativa, la nostra 🟥CGIL🟥.

Siamo una generazione cresciuta nel mito di un’Europa civile e democratica, di una Italia che “ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”. Oggi ci ritroviamo in un mondo dove la guerra è tornata ad essere un linguaggio accettabile, perfino normale, per i potenti della Terra.

I conflitti si moltiplicano e si avvicinano sempre di più alle nostre vite. L’ultimo fronte – quello tra Israele e Iran – ha già mostrato la cifra della tragedia: una tragedia che non si misura solo con la conta dei morti, ma con la distruzione, la paura e la perdita di speranza. E mentre le bombe cadono, i leader occidentali parlano dimostrando ancora una volta la propria inadeguatezza al ruolo e alla fase storica che stiamo vivendo, dispensano bugie, cinismo e ipocrisia: Trump valuta un intervento diretto, Starmer, Macron e Merz benedicono il conflitto, il governo italiano si accoda con silenziosa complicità.

Nel frattempo, in Europa, si aggirano vincoli di bilancio e si superano restrizioni per consentire un massiccio riarmo. Su questo sembrano essere tutti d’accordo: dai conservatori più cinici, ai liberali, fino ai laburisti. E intanto, nelle nostre città, ospedali crollano, le cure mancano, le scuole cadono a pezzi, i ponti si sgretolano.

Ci dicono che è necessario. Ma necessario per chi? Per uccidere, per destabilizzare, per alimentare l’insicurezza e la miseria?

No, non nel nostro nome.

A pagare saranno sempre i civili, chi lavora, persone innocenti: in primis anziani, donne e bambini, i più fragili (soltanto a Gaza i palestinesi uccisi sono oltre 50.000). E non ci sarà alcuna libertà da difendere con i carri armati. Solo nuove lacrime.

Va sempre ricordato che ogni guerra nuoce in primo luogo alle lavoratrici e ai lavoratori, usati come carne da macello a tutela di interessi contrapposti alla classe che rappresentano e i primi a subire le conseguenze materiali del conflitto. Partiamo da qui.

👉 Appuntamento sabato 21 giugno, ore 14, a Roma.

Manifestazione nazionale promossa dallaCampagna europea #StopRearmEurope (https://stoprearm.org/)

Con oltre 1000 adesioni da 18 paesi. In Italia, tra i promotori: Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac, Transform Italia.

NO al riarmo. NO alla loro sporca guerra.

A Gaza, in Ucraina, in Libano, in Iran – e ovunque vogliano continuare a uccidere.

Non nel nostro nome.

 

Le RSA della Fisac CGIL

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