In audizione al Senato, “Impossibile e inaccettabile ulteriore riduzione occupazione”
120 miliardi di utili netti cumulati
Roma, 25 settembre – “Le previsioni a fine anno ci dicono che il settore bancario italiano avrà registrato nel triennio 2022-2025 utili netti cumulati pari a circa 120 miliardi di euro e non meno di 57 miliardi di dividendi distribuiti agli azionisti. Risultati di straordinaria rilevanza che devono tornare a essere funzionali all’economia reale, fatta di famiglie, di lavoro e di imprese, grandi e piccole”. Così la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, nel corso della sua audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo al Senato, aggiungendo che: “Basti pensare che è tutt’ora in atto un processo di inversione totale del funding gap tra prestiti e depositi: a metà 2011 l’intero sistema bancario prestava 290 miliardi in più di quanto raccoglieva dalla clientela; al luglio 2025 la tendenza si è completamente invertita, con un saldo negativo di circa 270 miliardi. Le banche prestano sempre meno in relazione alla raccolta disponibile”.
Risiko bancario
Quanto al risiko bancario in atto, “che come Fisac Cgil abbiamo identificato da subito come ‘una battaglia per il risparmio’ che vale quasi 5.000 miliardi, è mancata – ha detto Esposito – una riflessione con conseguente azione politica pubblica sul tema cruciale della relazione tra risparmio e investimenti”. Inoltre, ha aggiunto, “le operazioni in atto nel complesso interessano, potenzialmente, 100 mila dipendenti, ossia un terzo di tutti gli occupati del settore credito e assicurazioni ma nessuno dice nulla su come tutto questo impatterà, o potrebbe impattare, sui perimetri occupazionali”. Per queste ragioni, ha osservato la segretaria generale della Fisac Cgil, “appare sempre più urgente la necessità di sviluppare una vera politica industriale che includa anche il settore finanziario ed è necessario che lo Stato torni a essere soggetto di regolazione e coordinamento”.
La manovra e il sistema bancario
E se in vista della prossima manovra da settimane si discute di un contributo da parte del sistema bancario, Susy Esposito ha affermato: “Come Fisac Cgil riteniamo che si tratti ancora una volta di misure spot e non strutturali quando invece occorrerebbe una riforma dell’intero impianto tributario all’insegna dell’equità orizzontale e verticale, con una maggiore tassazione dei profitti, extra e non, di tutti i settori, incluso, quindi quello finanziario, al fine di orientare il risparmio e generare nuove entrate strutturali nel bilancio dello Stato. Non misure straordinarie, palliativi o surrogati di misure fiscali”.
La desertificazione bancaria
Infine, ricordando il processo di desertificazione bancaria in atto, con conseguente riduzione del numero di sportelli e dipendenti, scesi rispettivamente sotto le 20 mila unità i primi e a poco più di 260 mila i secondi, Esposito ha sostenuto: ”Occorre investire in nuova e buona occupazione affinché il sistema tutto possa, in una fase di profonda trasformazione determinata dai processi di digitalizzazione, fondarsi ancora sul fattore umano come elemento primario e insostituibile per lo sviluppo del settore. Riteniamo impossibile e inaccettabile, a maggior ragione a fronte dei risultati record raggiunti dal settore bancario, una ulteriore riduzione del perimetro occupazionale”, ha concluso la segretaria generale della Fisac Cgil.
Giorgio Saccoia
Ufficio Stampa Fisac Cgil Nazionale