
DA MARZABOTTO A GAZA
STRAGI INFINITE!
Marzabotto è simbolo dell’efferatezza umana, e’ il teatro di uno dei più atroci eccidi commessi dai nazifascisti durante la Resistenza: nel 1944, dalle 4 del mattino del 29 settembre sino al 5 ottobre, furono massacrati oltre 700 civili, tra donne, uomini e bambini (216 bambini, 316 donne e 160 anziani).
Il 12 agosto, dalla Versilia, il 16° Panzergrenadier SS “Reichsfuhrer” al comando di Walter Reder, aveva iniziato la “marcia della morte”, che porterà massacri e distruzione, dal Tirreno all’Adriatico, lungo la Linea Gotica, lasciando dietro di sé, come aveva ordinato Kesserling, “terra bruciata”.
Il 29 settembre Reder era entrato in Emilia e con migliaia di SS aveva risalito le pendici di Monte Sole: casa per casa, fienile per fienile, stalla per stalla.
Sette giorni, senza interruzione, di fuoco e mitragliatrici.
L’eccidio fu consumato in almeno 115 luoghi diversi, secondo le verifiche compiute dal Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto.
Camminare nei luoghi della Resistenza e delle stragi, sui sentieri dei partigiani, a Monte Sole (come a Sant’Anna di Stazzema), sulla montagna fra l’Emilia e la Toscana non è solo coltivare la memoria.
È conoscere la storia, e’ un’occasione per ripensare ciò che chiamiamo antifascismo, per renderlo vivo, all’altezza della sfida di questi tempi bui.
A Monte Sole, come a Sant’Anna di Stazzema, i nazifascisti avevano come fine “lo sterminio dell’intera popolazione, senza distinzione tra uomini, donne, vecchi e bambini”; una operazione di “annientamento” che sarà considerata da Kesserling “un’impresa piena di successi” e modello di guerra antipartigiana.
Tutti dovrebbero salire a Montesole…vedere quei luoghi…riflettere in silenzio davanti al sacrario a Marzabotto…scoprire i segni dei proiettili sulle croci dei cimiteri ad altezza di bambino…
Tutti dovrebbero salire a Montesole…comprendere una volta per tutte… perché quanto è successo non deve più accadere!
Soprattutto, bisogna assolutamente evitare che quei momenti diventino preda di colpevoli amnesie, come se quelle tragedie, quelle stragi atroci potessero trovare giustificazione e perdono dallo scorrere del tempo.
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte”.
Non si tratta di vuota retorica o di avvertimenti per un futuro non replicabile, come qualcuno vuole farci credere.
Sta succedendo proprio “adesso”, sta succedendo davanti ai nostri occhi a Gaza, alle vittime di uno sterminio, frutto della strategia deliberata di Netanyahu e del governo di Israele (ironia della storia).
Come si può restare indifferenti ed inerti oggi, di fronte al genocidio del popolo palestinese, perpetrato nell’ignavia dei governi (che diventa nei fatti complicità), a cominciare da quello italiano.
Israele va fermata!
Non è più possibile assistere in silenzio alla spirale di violenza, di morte e di violazioni del diritto internazionale che da decenni si stanno ripetendo sul popolo palestinese e che oggi giunge al suo apice atroce.
L’azione della “Global Sumud Flotilla” è stata una chiave importante per alzare il tiro, per costringere i governi mondiali ad aprire gli occhi; soprattutto ha liberato le coscienze della gente, ha reso intollerabili per molti gli orrori che si stanno perpetrando.
Lo si è capito lunedì! La gente lo ha capito, lo sente come una priorità, perché quanto sta accadendo offende la sensibilità e la ragione di chiunque si voglia definire un essere umano.
Una marea di popolo si è riversata nelle piazze, gente comune, tantissimi giovani, bambini, gente che vuole la pace e chiede la fine di questo massacro di innocenti.
Non può bastare! Serve di più! Serve che le proteste crescano di numero e di tono; che si manifesti chiara la volontà di tutti per un futuro di pace, lontano dalle guerre e dallo sterminio di popolazioni indifese.
Oggi è indispensabile, anche per poter credere in un futuro, fare uscire dal silenzio e dalle imbarazzate e tiepide condanne, i governi, per isolare completamente, commercialmente e militarmente, il governo di Israele, fino a costringerlo a terminare le azioni di distruzione ed il genocidio in corso.
Antifascismo, o “Antifa” come dice Trump (subito scimmiottato da Giorgia Meloni) che ci definisce terroristi, e’ anche questo. Non importa se sono sparite camicie nere, croci uncinate o braccia tese; importa che, di fronte al progetto oscurantista di riportare il mondo indietro nella storia, si reagisca con determinazione e si lotti per garantire a tutti un mondo migliore!
Dipartimento Antifascismo / Antirazzismo
Fisac Cgil
Roma, 29 settembre 2025