Diverse comunicazioni, già da qualche tempo, stanno destando preoccupazione in alcuni colleghi. Riteniamo necessario offrire una narrazione diversa che, stimoli riflessioni serie e costruttive.
Serve oggi più che mai un richiamo al senso di responsabilità: Costruire, non demolire.
Ciò anche in considerazione del fatto che, in 30 anni di attività, non abbiamo registrato né tanta preoccupazione né tanta veemenza, nemmeno in occasione di conclamati momenti di criticità di conto economico e significativo assottigliamento del patrimonio.
Più volte, ad esempio, come Fisac CGIL abbiamo sollecitato la definizione di processi interni, sviluppo e valorizzazione delle professionalità e controlli, mai con toni allarmistici e sempre con spirito propositivo.
Ma veniamo agli spunti di riflessione:
- Stima a 9 o 10 anni di permanenza in vita della Cassa:
da oltre un decennio, un attuario redige un “bilancio tecnico” adottato proprio per prevenire difficoltà e tarare eventuali misure correttive (a proposito, non è previsto dallo statuto attuale).
Le stime risultano sempre in linea con quelle attuali, basate sempre, prudenzialmente, su una ipotesi di contribuzione individuale attuale invariata, valore questo che, appare ovvio, andrà rivisto in sede di contrattazione, e tenendo invece conto delle variazioni derivanti dalle proiezioni statistiche su aderenti/beneficiari, e dalle crescenti esigenze di assistenza sanitaria.
- Sostenibilità patrimoniale della Cassa:
è giusto preoccuparsi della sostenibilità. Ma come spiegare l’approvazione di spese, diciamo “poco competitive” (su una in particolare la Fisac CGIL, per inciso, si è astenuta), da parte degli stessi membri del Comitato Amministratore che oggi sono così in allarme per la sostenibilità di Cassa Mutua?
E come si concilia questo con la annuale reiterata richiesta, proprio da parte dell’assemblea dei delegati, di ampliamento delle prestazioni?
- Elevato tasso di utilizzo (68%) e rapporto prestazioni/contribuzione dell’82%:
bisognerebbe essere orgogliosi (e a dirlo sono due stimati professionisti: il Prof. Micocci e la Dott.sa Giannetti) del fatto che la Cassa restituisce ai destinatari una così alta percentuale della contribuzione! E laddove per qualcuno questo dato risultasse preoccupante, anche qui, come si concilia con la richiesta da parte degli stessi soggetti di nuove prestazioni, senza ragionare peraltro di incrementi della contribuzione?
- Forma societaria e riforme statutarie:
L’associazione non riconosciuta rappresenta oggi la natura giuridica prevalente nei fondi sanitari italiani. Le riforme sono certamente necessarie. Ma non hanno mai impedito, né impediscono oggi, l’adozione di processi interni e controlli. Alcune prime iniziative sono già in cantiere.
Servono coerenza e senso di responsabilità.
Ci chiediamo perché oggi, e con questi toni, si solleva un allarme che finora non è mai stato posto? Sembrerebbe non esserci molta coerenza tra ciò che si scrive e ciò che si pratica.
Difendere la Cassa significa parlare chiaro, fare scelte misurabili e respingere le strumentalizzazioni.
Così si tutela il lavoro delle colleghe e dei colleghi e si garantisce futuro a un fondo sanitario nato nel 1994 su principi di universalità e solidarietà oggi ancor più necessari.
Roma, 31 ottobre 2025
La RSA FISAC CGIL in Cassa Mutua Nazionale
Il Coordinamento Nazionale Fisac CGIL del Credito Cooperativo