
Sciopero: un diritto costituzionale da rispettare. Preoccupano le delegittimazioni dell’esecutivo
C’è una profonda preoccupazione per la crescente strategia di irrisione e delegittimazione adottata da esponenti dell’esecutivo nei confronti degli scioperi considerati “sgraditi”, di chi li proclama e di chi vi partecipa.
Un atteggiamento che mina il rispetto di un diritto fondamentale garantito dalla Costituzione.
Negli anni scorsi, quando vennero espresse critiche molto dure allo sciopero generale contro la riforma dell’articolo 18 e il Jobs Act, in tanti – pur in presenza di toni meno offensivi di quelli odierni – denunciarono una lesione del rispetto dovuto a chi esercita un diritto costituzionale. Tra queste voci si distinse quella di Stefano Rodotà, richiamando con forza la centralità dello sciopero nell’ordinamento democratico.
Oggi si ribadisce con la stessa chiarezza che lo sciopero è un diritto costituzionale essenziale, riconosciuto come strumento di tutela collettiva per lavoratrici, lavoratori e organizzazioni sindacali. È parte integrante della democrazia del nostro Paese e, come tale, deve essere garantito e rispettato.
Rispettare lo sciopero significa anche riconoscere la scelta di ogni lavoratore e lavoratrice che decide di rinunciare a una parte della propria retribuzione per esercitare la libertà di espressione e di manifestazione. Libertà alle quali i Costituenti dedicarono ben due articoli della nostra Carta, segno della loro importanza imprescindibile.
Di seguito la dichiarazione:
Esprimiamo profonda preoccupazione davanti alla sistematica politica di irrisione e delegittimazione attuata da esponenti dell’esecutivo nei confronti degli scioperi sgraditi, di chi li proclama e di chi vi aderisce.
Quando, in anni precedenti, vennero espressi giudizi gravi – e tuttavia meno offensivi di quelli attualmente formulati dall’esecutivo – sullo sciopero generale contro la riforma dell’articolo 18 e il Jobs Act, furono in molti a parlare di lesione del rispetto dovuto a chi esercita un diritto sancito dalla Costituzione.
Facciamo nostre quelle voci, tra cui brillò Stefano Rodotà, per dire che lo sciopero è un diritto costituzionale fondamentale, riconosciuto come strumento di tutela collettiva dei lavoratori e dei sindacati, parte integrante dell’ordinamento democratico, e che come tale va rispettato.
Così come va rispettata la decisione di ciascun lavoratore di rinunciare a una parte della propria retribuzione per esercitare la libertà di espressione e di manifestazione che i Costituenti avevano così cara da dedicarvi due articoli fondamentali della nostra Carta.
Libertà e Giustizia, ANPI, ARCI, Libera
Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – ANPI
Libertà e Giustizia
Arci nazionale
Libera Contro le Mafie
#Sciopero