Accordo FSI – Intervista a Roberto Gabellotti (FISAC CGIL Intesa Sanpaolo)

Perché si è reso necessario un intervento sul Fondo Sanitario Integrativo?

Negli ultimi anni il Fondo ha mostrato segnali di criticità importanti. Il 2024 si è chiuso con una perdita di 4,2 milioni di euro, e questo trend negativo era destinato a peggiorare sia per l’aumento dell’età media della platea sia per il deterioramento complessivo della sanità pubblica. Senza un intervento strutturale, il rischio era quello di compromettere la sostenibilità del Fondo e la continuità delle prestazioni di sanità integrativa per tutte e tutti.

Quali modifiche sono previste per i contributi delle lavoratrici e dei lavoratori?

Dal 1° gennaio 2026 i contributi cambiano in modo contenuto e graduale.

  • Il contributo dei lavoratori passa dall’1,00% all’1,10%.
  • Per i familiari a carico si sale dallo 0,10% allo 0,20%, con esclusione dei disabili ex art. 3 c. 3 L.104.
  • Per i familiari non a carico si passa dall’1,10% all’1,20%.

Qual è stato l’impegno dell’azienda in questo accordo?

Intesa Sanpaolo ha scelto di rafforzare in modo significativo il proprio contributo al Fondo. Il contributo aziendale annuo sarà portato a 1.200 euro. Inoltre sono previsti incrementi rivalutabili pro-capite:

  • 50 euro dal 2025,
  • 30 euro dal 2026,
  • 45 euro dal 2028.

Questo supporto è decisivo per assicurare stabilità e per ampliare le finalità del welfare aziendale.

Una delle novità più rilevanti riguarda la copertura LTC. Cosa prevede?

Dal 1° gennaio 2026 tutte le iscritte e gli iscritti maggiorenni avranno automaticamente la copertura Long Term Care, esclusi solo i minorenni e i non assicurabili. Il premio sarà pagato con i contributi del Fondo. L’attuale polizza garantisce una rendita mensile di 1.600 euro in caso di non autosufficienza. Parliamo di una tutela fondamentale, destinata a diventare sempre più necessaria per tutte le famiglie.

Cosa cambia per le prestazioni specialistiche?

Le franchigie sulle prestazioni specialistiche in convenzionato vengono aggiornate: sarà applicata una franchigia del 10% con un minimo di 20 euro, rispetto ai 10 euro attuali. È un adeguamento sostenibile e coerente con l’equilibrio economico del Fondo.

Ci sono novità per quanto riguarda i familiari, in particolare i figli non più conviventi?

Sì, e si tratta di un cambiamento importante. Dal 1° gennaio 2026 sarà possibile mantenere l’iscrizione dei figli anche qualora venga meno la convivenza. Una richiesta molto sentita da tante famiglie.

È prevista una riapertura delle iscrizioni?

Sì. Potranno aderire 630 colleghe e colleghi che in passato non erano iscritti. La contribuzione avverrà secondo il percorso previsto per i nuovi ingressi. Per i primi due anni usufruiranno delle prestazioni UniSalute.

Qual è la valutazione della FISAC CGIL su questo accordo?

La nostra valutazione è positiva. L’accordo:

  • mette in sicurezza il Fondo,
  • non riduce le prestazioni,
  • estende una copertura LTC di grande valore sociale.

È un risultato importante, frutto dell’impegno delle lavoratrici, dei lavoratori e del confronto sindacale. Garantiamo continuità, sostenibilità e nuove tutele in un contesto in cui il sistema sanitario pubblico è sempre più sotto pressione.

ISP: accordo per mettere in sicurezza il Fondo Sanitario di Gruppo

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