Riarmo come unica priorità degli investimenti pubblici
Nel suo intervento per lo sciopero generale di oggi, Maurizio Landini denuncia con forza il senso profondo della manovra economica del governo: l’unico vero investimento pubblico previsto per i prossimi anni è quello nel riarmo. Una scelta politica netta, che orienta le risorse del Paese lontano dai bisogni sociali e dai servizi essenziali.
Pensioni: altro che superamento della Fornero, si va verso i 70 anni
Per finanziare questa impostazione, la manovra spinge l’età pensionabile fino a 70 anni, destinando l’Italia a diventare il Paese con l’età pensionabile più alta d’Europa.
Una realtà che smentisce apertamente le promesse elettorali di cancellazione della legge Fornero fatte dalle forze oggi al governo.
Occupazione: cresce solo quella degli over 50, perché non possono andare in pensione
Secondo Landini, la narrazione di un’occupazione in crescita è falsa. L’unica occupazione che aumenta riguarda le persone con più di 50 anni, non per scelta ma perché non possono più accedere alla pensione.
I dati parlano chiaro: quindici anni fa i lavoratori over 50 erano 4,5 milioni, oggi sono oltre 11 milioni.
Giovani e donne restano esclusi, aumenta l’emigrazione
Non cresce l’occupazione femminile, non cresce quella giovanile. A crescere è invece il numero di giovani che lasciano l’Italia per lavorare all’estero, dove trovano meno precarietà, meno sfruttamento e maggiori opportunità di valorizzare competenze e intelligenza.
Il 3% raggiunto facendo pagare di più lavoratori e pensionati
Il governo rivendica il rispetto dei vincoli europei sul deficit grazie all’aumento delle entrate fiscali. Ma Landini chiarisce chi ha pagato il conto:
dal 2022 al 2024, 38 milioni di lavoratori dipendenti e pensionati hanno versato 25 miliardi di euro di tasse in più che non avrebbero dovuto pagare.
Un dato non contestato né dalla Banca d’Italia né dall’Ufficio parlamentare di bilancio.
Drenaggio fiscale: salari e pensioni aumentano, ma il netto no
L’aumento delle tasse è il risultato del drenaggio fiscale: con l’inflazione crescono i salari lordi e le pensioni, ma senza l’adeguamento automatico di detrazioni e scaglioni il reddito netto non aumenta.
Il risultato è una perdita secca di potere d’acquisto per chi vive di lavoro e pensione.
Più tasse per comprare armi e tagliare lo Stato sociale
Quei 25 miliardi di euro in più permettono al governo di rientrare nei parametri di bilancio, ma vengono utilizzati per il riarmo e per tagliare ulteriormente la spesa sociale:
meno risorse a Comuni e Regioni, meno sanità pubblica, meno scuola, meno assunzioni.
Verso la privatizzazione di sanità e scuola
Secondo Landini, siamo di fronte a un processo esplicito di privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale e del sistema scolastico, che colpisce in modo diretto il diritto universale alla cura e all’istruzione.
Una scelta che rappresenta un’ingiustizia strutturale.
Le richieste del sindacato: restituire equità al fisco
La CGIL non si limita a chiedere la restituzione indiretta delle risorse attraverso i servizi. Chiede due misure precise:
- l’introduzione di un meccanismo automatico di rivalutazione delle detrazioni;
- l’adeguamento automatico degli scaglioni fiscali.
Senza questi strumenti, il drenaggio fiscale continuerà a colpire salari e pensioni, rendendo inutili anche i rinnovi contrattuali.
Una battaglia che non nasce oggi
Landini sottolinea che questa richiesta non nasce contro l’attuale governo: era stata avanzata anche quando ministro dell’Economia era Giancarlo Giorgetti nel governo Draghi, prima della guerra e prima dell’esplosione dell’inflazione.
Non è stata accolta allora e non lo è oggi per una ragione semplice: consente allo Stato di incassare più tasse senza intervenire.