
La dirigente sindacale ha sottolineato il bisogno di rivedere “la rigidità introdotta nel sistema dalla manovra sulle pensioni fatta dal passato governo” per valutare “i riflessi sul mercato del lavoro di questo meccanismo rigido di fuoriuscita”. Lamonica ha di fatti contestato che il provvedimento sulle pensioni fatto dal governo Monti “sia il completamento della legge del ’95: con la manovra Fornero si sono introdotti argomenti che hanno falsato il sistema contributivo, così come disegnato dalla Dini. Uno tra questi è la rigidità introdotta nel sistema”.
Da qui la richiesta avanzata da Lamonica al ministro Giovannini. “Non possiamo più aspettare. Dobbiamo affrontare il tema di fondo: non è vero che le aspettative di vita siano uguali per tutti. Si devono mettere in campo strumenti che ci facciano leggere dentro queste questioni, che vadano oltre i lavori ‘usuranti’, e che diano il segno di un cambiamento”. Richieste, infine, ha concluso il segretario confederale CGIL, “per riconnettere il sistema previdenziale con la situazione in cui versa il paese, il mercato del lavoro e una ritrovata solidarietà del sistema”.