
Quello di “London Whale” è invece un caso di cattiva gestione dei derivati che ha provocato alla banca d’affari perdite per sei miliardi di dollari e ha portato all’incriminazione di due ex dipendenti. Dopo aver respinto le accuse come “una tempesta in una teiera,” l’ad Dimon ha riconosciuto le responsabilità dell’istituto. Un’ammissione che ha spinto la Sec (la Consob americana), l’agenzia Usa di controllo sulle banche, la Fed e la britannica Fca a promuovere una causa civile. “Continueremo a lottare affinché i nostri clienti, i soci e anche i regolatori ci considerino di nuovo la migliore tra le banche”, ha detto Dimon, sottolineando che “dopo lo scandalo ‘London Whale’ JP Morgan ha apportato numerosi cambiamenti che hanno rafforzato la banca”. I due ex trader, Javier Martin-Artajo e Julien Grout, sono stati accusati di aver deliberatamente marcato in modo errato centinaia di posizioni per non rivelarne le perdite, in violazione dei principi contabili americani, britannici e della politica interna di Jp Morgan.