
Per il leader della Fisac Cgil “è tempo che le banche riaprano i rubinetti del credito e che si dia la giusta rilevanza ad un mondo come quello cooperativo che non solo a differenza dell’Abi ha scelto di non disdettare il contratto nazionale, valorizzando storie e patrimonio delle relazioni industriali, ma che ha anche nei primi tre anni della crisi accresciuto il livello di erogazione del credito alla piccola e piccolissima impresa. Un mondo che oggi vive la difficoltà di tutto il settore con sofferenze e crediti incagliati che evidenziano tutta la difficoltà del settore”. Da qui la proposta lanciata oggi da Megale: “Forse è tempo di pensare ad una ‘bad bank’, così come hanno fatto nel 2012 in Spagna per circa 54 miliardi di crediti deteriorati, dove aggregare una parte dei ‘cattivi crediti’ oggi indicati come sofferenze, incagli e crediti deteriorati”.