Electrolux: Camusso, non si finanzi con i salari degli operai

By: Electrolux Latvia – All Rights Reserved
Le vertenze aperte, a partire da quella della Electrolux e la situazione economico-politica del Paese. Questi i temi al centro della conferenza stampa che il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, ha tenuto oggi a Mestre, nella sede della CGIL regionale.

“Trovo un silenzio assordante della politica nazionale sulle grandi vertenze aperte e sulle privatizzazioni” ha dichiarato la leader della CGIL dinanzi ai giornalisti, aggiungendo: “siamo di fronte al fatto che giorno per giorno si discute della sopravvivenza dell’apparato industriale del nostro Paese, dell’aumento della disoccupazione e non c’è un luogo dove discutere e trovare soluzioni”. Per Camusso non servono “singoli incontri che poi finiscono nel nulla, ma una vera cabina di regia che prenda in mano la situazione del manifatturiero e trovi delle soluzioni. Il resto sono chiacchiere o twitter, ma l’economica italiana non si sistema in 140 caratteri”.

Camusso ha sottolineato come “in un altro Paese l’Electrolux sarebbe già stata convocata dal capo del governo per spiegare le sue intenzioni”, c’è quindi una “responsabilità collegiale del governo che non ha voluto investire sul lavoro”. Come esempio, la leader del sindacato di Corso d’Italia ha citato la legge di stabilità che “ha diminuito il finanziamento per i contratti di flessibilità, mentre andrebbe aumentato, intervenendo magari anche sul regime fiscale e contributivo di questa forma contrattuale”.

Sulla vertenza Electrolux, secondo il Segretario Generale della CGIL si è aperta una “discussione sbagliata”, perchè parte dal presupposto che “l’unico tema su cui agire sia quello del taglio dei lavoratori. E’ il segno che non si sono fatte le politiche richieste ed ora si cerca di scaricare le conseguenze sui lavoratori, con una guerra fra stabilimenti a cui i dipendenti, come dimostrano le manifestazioni di questi giorni, non ci stanno”. Per Camusso, infine, il piano industriale è una sorta di ‘dividi et impera’ tra stabilimenti mentre da parte del Governo ci vuole una risposta “in generale e non sul singolo caso industriale, con una riduzione fiscale su aziende e lavoratori”.

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