I bancari rompono la tregua: 175 € in tre anni o sarà sciopero

By: Emily PriceCC BY-NC-SA 2.0

da Corriere della Sera – Sono finite ieri le consultazioni nelle banche sulla piattaforma per il rinnovo del contratto. 175 euro lordi in più in busta paga in tre anni: questo chiedono sette sigle del comparto (DirCredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Uilca, Ugl Credito). Mercoledì prossimo, 28 maggio, è fissato a Roma l’appuntamento per il primo incontro con l’Abi. E il sindacato si dice pronto a difendere la propria richiesta senza se e senza ma Fino allo sciopero? “Esiste solo una piattaforma per il futuro delle banche, ed è la nostra” va giù duro Lando Maria Sileoni, a capo della Fabi -. Non c’è dubbio, se l’Abi dichiarasse la proposta irricevibile, sarebbe sciopero”. “Il sindacato non porge l’altra guancia, siamo pronti a incrociare le braccia”, rincara Agostino Megale della Fisac Cgil. Una cosa è certa: le posizioni di Abi e sindacati sono lontanissime. Negli ultimi mesi l’associazione delle banche ha ripetuto che non ci sono soldi per rinnovare il contratto. Poi c’è il modo con cui si è arrivati a questa trattativa. Con una disdetta del contratto da parte dell’Abi che ha già provocato uno sciopero, lo scorso autunno. Ora le parti si sono date tempo fino a settembre per trovare un accordo. Il sindacato aperto sulla possibilità di riconvertire gli sportellisti verso nuovi lavori. Consulenza, per esempio. Resta il nodo del recupero di alcune voci congelate del tfr. E poi non si ricordano negli ultimi mesi contratti rinnovati a 170 euro e passa Non sarà una richiesta eccessiva? “Questa cifra compensa l’inflazione – risponde Giulio Romani, segretario generale della Fiba Cisl. “E poi non è il costo del lavoro il problema. Basti pensare che le sofferenze ammontano a 156 miliardi quando il costo annuo dei dipendenti è pari a 30 miliardi”. In realtà il sindacato punta anche sul fatto che Abi è alla vigilia di un’assemblea che si terrà a luglio. Il presidente del çomitato per gli affari sindacali, Francesco Micheli, è in uscita da Intesa Sanpaolo. E senza una posizione in un istituto di credito non potrà mantenere il suo ruolo. A meno che non venga cambiato lo statuto. Così la trattativa potrebbe prendere una piega interlocutoria. “Questa dirigenza del mondo bancario è sempre meno credibile- infila il coltello nella piaga Massimo Masi della Uilca -. Troppi scandali, troppi aumenti di stipendio. Non credo siano nella posizione di chiedere altri sacrifici”.
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