
Si tratterebbe di pagare 1,65 miliardi di dollari (1,3 della sentenza originale, più interessi e multe) con due tipi di bond: il Bonar 24, già usato per coprire il debito con la petroliera Repsol dopo la sua estromissione da Ypf, e un nuovo titolo, il Bonar 24. L’operazione avverrebbe a gennaio dell’anno prossimo, cioè dopo che sia scaduta la cosiddetta clausola Rufo (Right upon future offers), che esporrebbe l’Argentina a possibili cause dei detentori di titoli ristrutturati, che potrebbero esigere il pagamento del 100% del valore dei loro bond, fortemente ridotto nei successivi swap del 2005 e 2010.
E’ per evitare lo scoglio della clausola Rufo che Buenos Aires dovrà pagare senza sconti ai “hold out”, perché “se ci fosse una riduzione allora sarebbe una proposta volontaria e questo innescherebbe la Rufo”, come ha spiegato una fonte legale vicina alla trattativa citata da Infobae.
Per permettere questa soluzione, il giudice Griesa dovrebbe, da parte sua, affermare appunto che il pagamento non è volontario, bensì in applicazione di una sentenza negativa per l’Argentina, e rinnovare lo “stay” (sospensione dell’applicazione) su questa sentenza, per non compromettere il pagamento di 539 milioni di dollari ai detentori di titoli ristrutturati, bloccati attualmente nei conti della Bank of New York Mellon e che scadono il prossimo 31 luglio.