Fitoussi: non si cresce per miracolo, l’Italia paga la politica Ue del rigore

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L’aveva predetto esattamente un anno fa. Jean-Paul Fituossi, professore emerito all’Istituto di studi politici di Parigi e docente alla Luiss di Roma, aveva indicato la fine del 2014 per la ripresa economica, in Italia e nell’Eurozona.

Perché proprio quella scadenza, professore?
«Perché non era difficile. Il problema allora come oggi è che non c’era nessun motore acceso della crescita. E la crescita non viene per miracolo. Un anno fa le politiche di austerità, che sono ancora in corso in tutta la zona euro, non potevano creare sviluppo. Ecco perché dissi che non se ne sarebbe parlato prima della fine del 2014: mi aspettavo che quest’anno ci sarebbe stato un cambiamento di politica economica a livello europeo, e sono ancora in attesa. La verità è se nulla cambia non vedremo la crescita nemmeno nel 2015».

Vuol dire che ci sono molte probabilità che lo scenario non cambi?
«Voglio dire che se non cambiano le cose potremo vedere al massimo un’attenuazione della recessione nell’area dell’euro. E come in Italia siamo passati dalla depressione alla recessione, così rischiamo di passare dalla recessione alla stagnazione, con una crescita intorno allo zero anche tra un anno. D’altro canto la stagnazione può esserci anche con un Pil a +0,3-0,5%: con questi decimali non cambierebbe nulla».

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