
La parola tolleranza indica la capacità collettiva e individuale di vivere pacificamente con coloro che credono e agiscono in maniera diversa dalla propria, in ambito sociale, culturale e religioso. Le diversità che caratterizzano il genere umano sono un’opportunità ed una ricchezza in termini evolutivi oltre che sociali. Le popolazioni sono naturalmente ed intrinsecamente diverse, per razza, cultura e religioni e l’esistenza di comunità miste in tutte le regioni del mondo consente alla società di evolvere e migliorare. Ma la sopravvivenza di queste comunità miste è possibile solo in un clima di tolleranza. Lo stesso avviene a livello individuale, nell’ambito di una stessa comunità o nazione: le diversità tra persone sono la regola e la tolleranza è il solo modo per far convivere le diverse forme di sentire a livello religioso, culturale e sessuale. La tolleranza è quindi alla base dei diritti umani universali e delle libertà fondamentali, strumento di pace e motore intellettuale.
Purtroppo il mondo si confronta invece quotidianamente con la guerra ed il terrorismo, con la pulizia etnica ed i crimini contro l’umanità, con la discriminazione nei confronti delle minoranze e dei migranti e con una serie di altri abusi contro gli esseri umani che non risparmiano neppure i bambini.
Questi conflitti sono frutto non solo dell’avidità economica (alla base di quasi tutti i conflitti) ma anche dell’ignoranza e dell’intolleranza, ad essa strettamente collegata: intolleranza nei confronti delle altre religioni, del diverso, del lontano, di ciò che non si conosce. Il miglior modo per contrastare questo orrore è una società civile che faccia della diversità culturale, dello sviluppo sostenibile e dell’educazione alla tolleranza e alla pace un proprio impegno. Ma tollerare non vuol dire subire passivamente o assistere inattivi alla violenza di persone, gruppi o popolazioni che fanno dell’intolleranza la loro bandiera, perché la tolleranza è un modo di essere che si nutre di reciprocità. Certo la misura e l’entità della reazione è un punto di equilibrio difficile da raggiungere, sia a livello individuale che sociale o politico e anche per questo il cammino della tolleranza è così difficile.
Quella di oggi è un’occasione per ricordare non solo a noi, membri della società civile, ma anche ai Governi, che la tolleranza non è solo un dovere morale ma rappresenta un imperativo politico che gli Stati sono chiamati a promuovere attraverso una legislazione che garantisca pari opportunità e dignità a tutti i membri della società. Ed è anche l’occasione per prendere con noi stessi l’impegno di educare i nostri figli alla tolleranza. Perché è un valore universale che è alla base degli altri valori fondanti per un mondo migliore.