Intervenendo agli Stati Generali di Uni Europa Finanza, Agostino Megale, Segretario Generale della Fisac-Cgil, ha evidenziato la necessità di costruire un’iniziativa pubblica sul settore, con al centro la solidarietà europea e la difesa dell’occupazione, dei diritti e della contrattazione collettva, da sostenere con una giornata di mobilitazione europea con presìdi in tutti i Paesi.
Megale ha ricordato come la decisione del FMI di allentare il rientro del debito greco, forse dovrebbe allentare anche i vincoli di Basilea III – in sintonia con le decisioni Usa- e deve produrre maggiore consapevolezza che il destino dell’Europa deve rilanciare l’idea di un’Europa politica forte, immaginando che dopo il risultato di Hollande in Francia, possano seguire in Italia e Germania risultati elettorali nel 2013 che rilanciano un’Europa più giusta e più attenta al mondo del lavoro.
Nel corso dell’intervento, Megale ha ricordato la necessità di superare l’ostilità della Cancelliera Merkel alla tassa sulle transazioni finanziarie, ricordando però che, a partire dall’Italia, pur apprezzando la decisione del Governo Monti di introdurla, ora bisogna essere conseguenti e tassare tutte le transazioni finanziarie e non solo una parte come vorrebbe l’ABI.
Il Segretario Generale ha ricordato come il solo governo del rigore e dell’Austerità produce soltanto recessione, aggravando la condizione dei più deboli.
Nel settore del credito i circa 20mila esuberi in discussione nei piani industriali, hanno visto accordi importanti, come quello in Unicredit e in Intesa SanPaolo, all’insegna del diritto alla buona occupazione per i giovani e alla tutela per gli anziani, mentre il Governo, allungando l’età pensionabile, ha peggiorato le speranze e le aspettative di tante persone.
Nel concludere, si ricorda come anche un Contratto realizzato nel tempo della crisi, con la priorità dell’occupazione, è indispensabile e impegna l’ABI alla sua piena applicazione per difendere le condizioni dei lavoratori e il ruolo del sindacato, non accettando la logica dei banchieri che a minor redditività corrisponda meno occupazione e un sindacato più debole.