Trentino: grave decisione di Federcasse Trentino

By: duncan cCC BY-NC 2.0

Purtroppo, nonostante i nostri numerosi tentativi non siamo ancora riusciti a riunificare il tavolo sindacale provinciale. La Federazione ha deciso di escluderci, con un gravissimo atto unilaterale, dai tavoli di discussione e trattativa.

L’atto è particolarmente grave perché l’accordo firmato da tutte le organizzazioni sindacali il 23 gennaio “impegnava le parti ad individuare soluzioni condivise entro il 31 marzo 2015″. Ora, senza che tutte le parti avessero individuato tale soluzione condivisa e ben prima del 31 marzo (precisamente 11 marzo) la Federazione ha fortemente insistito affinchè firmassimo un suo documento contenente elementi di forte contrasto con la posizione sindacale (perlomeno quella di Fiba/Cisl, Fisac/Cgil e Uilca), elementi che tendevano a scaricare solo sui lavoratori i costi e le inefficienze di un sistema in difficoltà.

Ma non ci interessano le polemiche, vogliamo invece concentrarci sulla sostanza dell’accordo firmato solo da FABI e ripresentatoci al tavolo venerdì scorso. Questi che vi elenchiamo sotto sono alcuni dei punti dell’accordo su cui non concordiamo (e sono motivo della nostra mancata firma) e su cui, crediamo, i colleghi e le colleghe debbano riflettere.

FONDO PER L’OCCUPAZIONE:

Siamo d’accordo sulla necessità di costituire un soggetto paritetico utile a gestire eventuali (ma non certi) problemi occupazionali. Su un punto, forse superabile, siamo in disaccordo. Noi crediamo che le Aziende debbano versare al Fondo come minimo una quota pari a quella versata dai lavoratori nelle diverse forme.

CABINA DI REGIA:

Deve essere modificato nel punto in cui l’accordo Federazione/FABI prevede che “si possano sollecitare le aziende…..ecc ecc.”.

Si tratta di una norma vuota e che non serve a nulla. Non basta “sollecitare” comportamenti virtuosi; se dobbiamo trovare elementi per uscire dalla crisi dobbiamo fare in modo che tutti i comportamenti siano in linea con i sacrifici richiesti ai lavoratori. Per questo noi crediamo che la Cabina di Regia debba anche “controllare” e “verificare” le spese a favore della dirigenza e degli amministratori e non solo prenderne atto passivamente.

ESODO DI NATURA “COGENTE”:

Noi abbiamo sempre “accompagnato” i colleghi ad esodi in forma volontaria e non obbligatoria (ad esempio i 10 lavoratori alla Cassa Rurale dell’Alto Garda nei mesi scorsi); vorremmo continuare in questo modo senza costringere nessuno a lasciare il lavoro contro la propria volontà.

BLOCCO DEGLI SCATTI DI ANZIANITA’:

Non concordiamo sul blocco degli scatti di anzianità, che penalizzano ancora una volta i colleghi e le colleghe più giovani. A mero titolo di esempio un blocco di 3 anni degli scatti di anzianità costa ad un lavoratore assunto dieci anni fa più di 14 mila euro nell’arco della sua vita lavorativa!! Inoltre questa materia è stata oggetto di scontro a livello nazionale, e fa parte di regole che devono essere normate in un CCNL.

INDENNITA’ DI MANSIONE ANZICHE’ IL LIVELLO INQUADRAMENTALE:

Non concordiamo perché anche questa, per l’ennesima volta, penalizza il personale giovane e demotiva tutti i lavoratori. Se si passa dall’inquadramento all’indennità di mansione nessuno riceverà più una promozione per tutto il resto della vita lavorativa.

REVISIONE DELLA FORMAZIONE DA SVOLGERSI “IN GENERALE FUORI DALL’ORARIO DI LAVORO”:

Questa a nostro parere è una sciocchezza colossale. Sulla formazione, e lo abbiamo scritto più volte, si deve investire, non risparmiare, ancora di più in un momento di difficoltà. Pensare di erogarla “in generale fuori dall’orario di lavoro” significa farne poca, farne meno. Un’azienda che non riconosce l’importanza della formazione svilisce se stessa, i propri dipendenti e non costruisce le basi per una crescita futura.

RIDIMENSIONARE DIVERSI ISTITUTI ECONOMICI (ad esempio Previdenza Complementare):

Non possiamo assolutamente essere concordi con questa enunciazione datoriale! La cosiddetta retribuzione differita non può essere utilizzata per la sistemazione dei bilanci delle Casse Rurali e nemmeno per pagare incentivi all’esodo. La Cassa Mutua è indispensabile per tutti e la Previdenza complementare sarà di aiuto per tutti coloro che andranno in pensione con regole sempre più penalizzanti.

L’accordo firmato dalla Fabi e dalla Federazione l’11 marzo scorso è (per i colleghi, non certo per la Federazione) un possibile disastro.

LA NOSTRA PROPOSTA:

Noi non ci sottraiamo al confronto e proponiamo invece un percorso semplice, lineare, trasparente:

  1. costituzione del cd. “FOC”, che è l’unico strumento che al momento potrebbe essere utile avere,
  2. individuazione delle fonti di alimentazione in modo sostenibile, e tenendo conto anche delle altre forme di sostegno presenti nel sistema cooperativo;
  3. sottoscrizione dell’accordo per l’erogazione del Premio di Risultato, previsto per il prossimo giugno, pur consapevoli che purtroppo molti colleghi non ne beneficeranno, e non certo per colpa loro;
  4. dopo aver conosciuto la struttura delle “holding” (è questione di poche settimane, se non addirittura giorni) affrontare apertamente la situazione della riorganizzazione del sistema Trentino (la nostra maggiore preoccupazione, al momento, è per Cassa Centrale e Federazione…..) tenendo conto del vero progetto delle fusioni tra le Casse Trentine (al momento qualche slide, molte chiacchiere ma nulla di concreto!),
  5. seguire con attenzione quanto succede per il rinnovo del Contratto Nazionale su eventuali risparmi di costi (non possiamo permettere che i colleghi paghino due volte….. prima a Trento e poi a Roma).

In ABI sono usciti -volontariamente ed incentivati- 50mila lavoratori e nessuno ha perso il posto di lavoro.

Il lavoro non è semplice, dobbiamo affrontarlo con serietà, professionalità senza creare paura e senza inutili catastrofismi.

FIBA/CISL FISAC/CGIL UILCA  del Trentino

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