Il 16 ottobre ricorre la giornata mondiale dell’alimentazione, contro la fame nel mondo ed il 17 ottobre quella della lotta contro la povertà. Abbiamo pensato di ricordarle insieme, visto che, la fame è sempre una conseguenza della povertà e in molti paesi nel mondo i due fenomeni sono drammaticamente presenti.
La Giornata mondiale dell’alimentazione è organizzata dalla FAO per commemorare l’anniversario della sua fondazione, avvenuta il 16 ottobre 1945. Ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della fame e della malnutrizione nel mondo, e ha come obiettivo principale di incoraggiare le persone ad agire per arginare questi problemi. Viene celebrata in oltre 150 paesi e ogni anno viene messo in risalto un particolare tema sul quale vengono focalizzate le attività.
Le celebrazioni ufficiali della Giornata mondiale dell’alimentazione si terranno quest’anno presso Expo Milano 2015 e si preannunciano uno degli eventi di maggiore spicco dell’Esposizione universale. Alla cerimonia di apertura prenderanno parte, insieme al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e al Direttore Generale della FAO, il Presidente della Repubblica italiana e i Ministri italiani dell’Agricoltura e degli Affari Esteri.
La Giornata mondiale dell’alimentazione 2015 offre un’occasione unica per mandare un messaggio forte ai giovani per coinvolgerli nella sfida per l’eliminazione sostenibile di fame e povertà nei prossimi 15 anni.
La Giornata mondiale del rifiuto della miseria è stata indetta, per la prima volta, nel 1987, a Parigi, quando centomila persone che volevano difendere i diritti umani di ogni paese, condizione e origine, diretti dal padre Joseph Wresinski, si riunirono sul Sagrato dei Diritti dell’Uomo, al Trocadéro. Padre Wresinski sintetizzò il senso di questa ricorrenza con queste parole: ”Laddove gli uomini sono condannati a vivere nella miseria, i diritti dell’uomo sono violati. Unirsi per farli rispettare è un dovere sacro” . Nel 1992 l’ONU diede ufficialità alla ricorrenza e da quell’anno, sempre il 17 ottobre, si ricorda quest’evento.
L’enciclopedia on line Wikipedia definisce la povertà come la condizione di singole persone o collettività umane nel loro complesso, che si trovano ad avere, per ragioni di ordine economico, un limitato accesso a beni essenziali e primari, ovvero a beni e servizi sociali d’importanza vitale.
Per esaminare meglio il concetto di povertà, si deve intanto distinguere tra povertà assoluta e povertà relativa. Nel primo caso si fa riferimento a una uno stato d‟indigenza assoluta che comprende aspetti materiali quali un reddito talmente basso da non permettere di soddisfare i bisogni primari. La povertà assoluta ha per conseguenza quasi sempre la fame e l’ignoranza. Il concetto di povertà relativa tiene invece in considerazione i mutamenti all‟interno di una società e si basa su una scala di valori continuamente ridefinita e fornisce solo il paragone tra due condizioni in un dato periodo e in una data società. E’ povero chi ha molto meno rispetto alla media della popolazione in un determinato momento.
In Italia nel 2014 1 milione e 470 mila famiglie (5,7% di quelle residenti) ha vissuto in condizione di povertà assoluta, per un totale di 4 milioni 102 mila persone (6,8% della popolazione residente) (dati Istat). Dopo due anni di aumento, l’incidenza della povertà assoluta si mantiene sostanzialmente stabile. Come quella assoluta, la povertà relativa risulta stabile e coinvolge, nel 2014, il 10,3% delle famiglie e il 12,9% delle persone residenti, per un totale di 2 milioni 654 mila famiglie e 7 milioni 815 mila persone. Cifre inaccettabili e che devono far attivare tutte le risorse del Paese per far calare il trend.
Ma se in Italia la povertà raramente si accompagna alla fame (nel caso di povertà assoluta l’alimentazione è però spesso non adeguata) altrettanto non si può dire nel sud del mondo. La FAO nelle proprie relazioni sullo stato dell’alimentazione sul pianeta indica chiaramente un divario nella popolazione mondiale tra chi non ha cibo sufficiente per il proprio sostentamento e situazioni di eccesso e conseguente spreco di cibo e di risorse. In una parte del mondo abbiamo la fame, la malnutrizione, e la non diponibilità o la mancanza di accesso al cibo, dall‟altro l’iperalimentazione, l’ obesità e lo spreco in ogni gradino della catena alimentare. Il problema è stato per lungo tempo ignorato, come dimostra la limitata disponibilità di dati e di letteratura specifica in materia. Solo di recente il tema ha conquistato maggiore interesse da parte dell’opinione pubblica, vista la sua rilevanza in ambito di sostenibilità ambientale, economica e sociale.
La mappa della fame della FAO che illustra questo articolo ci mostra anche quello che è facile intuire: le zone del pianeta più affamate sono anche zone dove instabilità politica o guerra minano la possibilità di produrre reddito e danneggiano l’agricoltura.
Per arginare fame e povertà la condizione minima necessarie è la pace. Ma anche i governi devono attivare una politica che permetta all’economia e all’agricoltura di svilupparsi, privilegiando un economia reale, che serva al benessere della gente comune e non solo alla prosperità delle lobby e della finanza . Ciascuno di noi infine deve impegnarsi per promuovere una società equa che non lasci indietro nessuno e non lasci spazio alle discriminazioni razziali politiche o religiose, una delle principali cause di emarginazione e povertà. E’ necessario infine salvaguardare l’ambiente, perché un economia che saccheggia le risorse produce discriminazione e miseria e lascia in eredità un pianeta incapace di sfamare tutti.
La Fisac Cgil che si batte per l’equità sociale è convinta che se non saremo in grado di costruire un futuro degno per tutti non ci sarà un futuro accettabile per nessuno e si unisce alla FAO che individua nella protezione sociale e nel sostegno all’agricoltura uno degli strumenti per la lotta alla fame nel mondo, invitando tutti ma particolarmente i giovani, a lottare contro la povertà e dare vita alla Generazione Fame Zero!