Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara: Incontrato Roberto Nicastro

Le OO.SS. nel primo pomeriggio di venerdì scorso hanno incontrato Roberto Nicastro, Presidente delle quattro banche accomunate dalla “risoluzione” decisa da Governo italiano e Bankitalia. E’ stato un incontro breve, nel quale Nicastro ha detto le cose che i colleghi invitati hanno potuto ascoltare di persona nell’incontro di Via Bologna. Le riassumiamo:
– Le subordinate erano percepite come un prodotto sicuro, con rischio remoto. La nuova normativa ha rivoluzionato il contesto senza tener conto delle aspettative, e forse dei diritti, di una clientela che, nel caso di Carife, aveva sottoscritto questi prodotti dieci anni fa, quando il bilancio della banca era ottimo
– I dipendenti lavorano in condizioni difficilissime, in quanto accusati ingiustamente di furto della fiducia (oltre che dei risparmi). Questo uragano mediatico è al suo apice, ma entro qualche settimana si attenuerà. Allora le persone cominceranno ad ascoltare messaggi e proposte, che i dipendenti devono essere pronti a lanciare
– E’ in atto una campagna di ripartenza “commerciale” attraverso contatti con le istituzioni locali e le associazioni di categoria, che vengono informate della messa a disposizione di plafond crediti. Sotto questo profilo, anzi, l’attività da banca “in bonis” di Nuova Carife è già iniziata, attraverso l’erogazione di circa 110 mln tra conferme e nuovi affidamenti
– L’operatività ordinaria è stata complicata da ostacoli burocratici iniziali del tutto prevedibili. Sabato, un CdA straordinario dovrebbe aver risolto gran parte dei problemi legati al passaggio delle deleghe e delle procure da vecchia a Nuova Carife
– Il collocamento sul mercato di Nuova Carife è molto vicino. Febbraio 2016 è individuato come il mese dell’incrocio tra offerta e manifestazioni di interesse, che proverranno presumibilmente da soggetti compresi nello spettro composto da: medio-grandi aggregazioni di banche popolari, banche estere già posizionate in Italia, fondi di private equity
Su ciascuno di questi punti abbiamo come OO.SS. precisato alcune cose:
– Le subordinate non erano “percepite” come un prodotto sicuro. Lo erano oggettivamente, se guardiamo al periodo di collocamento in Carife
– I dipendenti lavorano in condizioni disperate, non difficilissime, e le dimensioni dell’emorragia dei clienti sono tali da far dubitare della efficacia a medio termine dell’intervento di sostegno economico
– La campagna di ripartenza commerciale appare priva di contorni netti, al momento
– L’operatività ordinaria è sostanzialmente bloccata (sotto questo profilo, si spera che il CdA di sabato scorso abbia smarcato i principali ostacoli formali)
– Il collocamento sul mercato va fatto considerando prioritaria la necessità di garantire la piena occupazione, quindi avendo come obiettivo la cessione di aziende e non di singoli assets
Ricordiamo inoltre che abbiamo scritto al dr. Nicastro (e all’AD di Nuova Carife) una lettera(pubblicata in bacheca sindacale) nella quale gli chiediamo di rispondere in maniera analitica ad alcune questioni brucianti che riguardano il presente e futuro della Nuova Carife; lettera della quale chiederemo riscontro formale.
Sempre venerdì abbiamo incontrato anche la Direzione del Personale. Il dr. Franzon, reduce da un incontro in ABI sul tema della continuità degli accordi firmati con la “vecchia” Carife, ci ha riferito che l’orientamento dell’azienda è quello di considerare valido ed in continuità il contenuto degli accordi di luglio 2015 (i cui principali contenuti, lo ricordiamo, sono la proroga del CIA in attesa di rinnovo, il fondo prepensionamenti, la sistemazione degli inquadramenti pendenti e le giornate di solidarietà), ma con il richiamo dell’accordo stesso dentro un nuovo accordo che, in sostanza, ne riaffermi la continuità e la vigenza. Questa settimana dovremmo poter valutare una bozza di intesa scritta dalla Direzione.
Ci è stata inoltre segnalata l’intenzione di accorpare le Aree commerciali, riducendole da nove a cinque. Si approfitterebbe di questo accorpamento per liberare risorse (tra cui alcuni Capi Area, appunto) per costituire una sorta di task-force di accoglienza/gestione dei clienti più critici, con particolare riguardo ai più danneggiati dalle misure di risoluzione. Abbiamo fatto presente che non rileviamo alcuna necessità di ridurre le Aree per fare l’operazione in oggetto, dal momento che uno dei compiti primari dei Capi Area, in questo momento, dovrebbe comunque essere quello di gestire, sul proprio territorio, la clientela più problematica. Ci è
sembrato di capire, ad ogni modo, che l’intenzione di ridurre le Aree si tradurrà in pratica. Se lo farà, l’Azienda se ne prenderà la responsabilità, assumendo le decisioni relative nel rispetto dello Statuto della Nuova Carife e delle norme di legge e contratto. Rimane la nostra forte perplessità, manifestata al tavolo, di procedere ad una modifica organizzativa (tra l’altro sganciata da ricadute sulla struttura di Rete) a pochi mesi dal collocamento sul mercato della banca.

LE RAPPRESENTANZE SINDACALI AZIENDALI
Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.A.
FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL UGL/CREDITO UILCA

comunicato

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