Veneto Banca dice sì a Spa: solo 234 voti contrari

Fonte: MessaggeroVeneto   – link 

Montebelluna, maggioranza bulgara per trasformazione, aumento di capitale e quotazione. Un’assemblea sotto le aspettative quanto a reazione dei soci. Via all’azione di responsabilità. Taglio con il passato ma il Cda non si dimette

MONTEBELLUNA. Oltre 7mila soci presenti. Un’ottantina di interventi. E’ iniziata alle 9 del 19 dicembre, a Venegazzù di Volpago del Montello, l’assemblea straordinaria di Veneto Banca a Montebelluna. Al momento del voto sono perà rimasti in 5.482 più 5.948 in delega per 11.430 voti complessivi.
Quattro i punti all’ordine del giorno. Si vota per alzata di mano. Ed è ufficiale: da sabato 19 dicembre Veneto Banca è diventata Spa: il 97,2% ha detto sì. Una maggioranza bulgara. I contrari solo 234 voti pari al 2,13% e gli astenuti lo 0,74%: solo 85 alzate di mano
Per l’aumento di capitale per un miliardo di euro, le percentuali sono similari e in parte largamente attese: favorevoli 10.711 pari al 97,37% i contrari sono 190 pari a 1,73%, gli astenuti 99 pari allo 0,90%. Idem per la quotazione in Borsa, al terzo punto: 10.067 favorevoli il 93,7% i contrari solo 208 per 2,01%.

L’assemblea si è rilevata più quieta di quello che ci si poteva aspettare alla vigilia. D’altronde, a parte qualche exploit – che in alcuni casi è sfociato anche nella “macchietta” di chi ha voluto paragonare la Banca a una mucca non più in grado di fare latte e per questo bisognosa di “ormoni” (leggi aumento di capitale e borsa) – tutto si è svolto nel rispetto dei tempi.
E alla fine, l’hanno sottolineato i soci: “La nostra era una non scelta”. O così, o il commissariamento. Lo dice Bce. E noi, continuano, “abbiamo paura di Francoforte”.

A parlare per primo il presidente Pierluigi Bolla che conferma l’azione di responsabilità: “Chi ha sbagliato pagherà. Ci sono i presupposti legali per procedere”.
Segue l’amministratore delegato Cristiano Carrus, tra non pochi applausi non del tutto scontati: “Dobbiamo cambiare immagine: sembra che la nostra banca domani debba morire. Ma non siamo come le altre quattro banche italiane salvate dal crac”.
Poi tocca ai soci, per l’ultima volta. Sul palco storie di vita, di risparmi, di veneto. Famiglie, pensionati, importanti imprenditori, lavoratori, sindacati. Tra rabbia e paura. Qualche nodo in gola. Poche urla, qualche parolaccia. Molta semplicità nel mettere davanti a tutti la propria vita, oggi riflessa in un conto in banca. Gli aggettivi più frequenti: “Truffati e derubati”.

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