Fonte: Il Sole24Ore
Credito/2. Dopo 4 anni è stato ripristinato l’integrativo aziendale per tutti – Per i manager taglio del 2,5% della retribuzione
Toccherà alle assemblee dei lavoratori giudicare l’intesa che è stata raggiunta dal direttore delle risorse umane, organizzazione e comunicazione del gruppo Mps, Ilaria Dalla Riva, e dai sindacati alla vigilia di Natale. Pur tenendo conto delle richiesta della Bce di abbattere le spese sul personale di circa 200 milioni di euro, l’accordo rilancia il welfare aziendale e fa ripartire l’integrativo sospeso dal 2012, riducendo notevolmente gli impatti economici del piano sui lavoratori. Il conto maggiore sul piano del taglio dei costi saranno infatti i top manager e le alte figure professionali a pagarlo: per tutti loro l’accordo ha infatti previsto una diminuzione dello stipendio del 2,5% annuo.
Una decisione che per il coordinamento della Fabi di Mps è un segnale importante sul piano dell’«equità sociale», e su quello della «tutela dei dipendenti anche in vista di future ristrutturazioni», mentre viene «respinta l’impostazione iniziale dell’azienda che voleva far pagare solo ai lavoratori l’ulteriore taglio dei costi di circa 200 milioni voluto dalla Bce». Per Agostino Megale, segretario generale della Fisac-Cgil e Antonio Damiani, coordinatore nazionale Fisac-Cgil gruppo Mps, «è un accordo importante perché permette di inserire la necessità del contenimento dei costi in un quadro di rilancio e valorizzazione della contrattazione di secondo livello. Il Gruppo Mps finalmente comprende che il rilancio aziendale non può avvenire che con il confronto continuo con i lavoratori e le organizzazioni sindacali».
Nel dettaglio sul versante del contenimento dei costi è stato stabilito che al piano di “spending review” partecipino anche i top manager e le figure professionali strategiche, con un taglio del 2,5% della loro retribuzione. Le giornate di solidarietà, inoltre, si ridurranno dalle attuali 6 a 5 per chi ha un reddito fino a 35mila euro lordi. Infine sarà possibile utilizzare anche integralmente le ferie arretrate, la banca delle ore arretrata ed il controvalore del ticket pasto fino a totale concorrenza dei sei/cinque giorni in sostituzione delle stesse giornate di solidarietà. Dopo 4 anni è stato inoltre reintrodotto il premio aziendale, che è pari a 300 euro e maggiorato in caso di prestazioni welfare, e regolamenta per la prima volta il premio variabile di risultato.
Sul welfare è stata confermata la struttura complessiva del sistema di assistenza e previdenza interno, dalla polizza sanitaria, alla contribuzione del datore di lavoro sul Fondo di previdenza integrativo, fino al valore dei buoni pasto. Istituti, questi ultimi, che l’azienda avrebbe disapplicato in caso di mancato accordo. È stata poi ampliata la base di calcolo del Tfr, con accantonamenti aumentati del 17%, e incrementati i contributi aziendali per i neo assunti dell’1,5%.
Fonte: MilanoFinanza
E la banca senese trova l’accordo con i sindacati
Accordo fatto tra il gruppo Mps e i sindacati aziendali sulla razionalizzazione dei costi imposta dalla Banca Centrale Europea, che chiedeva un abbattimento delle spese sul personale di circa 200 milioni di euro. Grazie all’intesa, i sindacati sono riusciti a ottenere il ripristino della contrattazione aziendale, sospesa dal 2012, e a ridurre gli impatti economici del piano sui lavoratori, chiamando a contribuire al taglio dei costi i top manager e le alte figure professionali, per i quali è prevista una diminuzione dello stipendio del 2,5% annuo. «È un accordo nel segno dell’equità sociale: tutela i dipendenti anche in vista di future ristrutturazioni e respinge l’impostazione iniziale dell’azienda che voleva far pagare solo ai lavoratori l’ulteriore taglio dei costi di circa 200 milioni voluto dalla Bce», commenta il coordinamento Fabi del gruppo Mps. «Si tratta di un accordo importante perché permette di inserire la necessità del contenimento dei costi in un quadro di rilancio e valorizzazione della contrattazione di secondo livello», hanno spiegato il segretario generale della Fisac Cgil Agostino Megale e il coordinatore nazionale Fisac Cgil gruppo Mps Antonio Damiani, aggiungendo che l’intesa raggiunta si inserisce «all’interno di uno scenario contrassegnato dal confronto continuo fra Mps e le istituzioni europee in merito all’attuazione delle linee del piano industriale».
Fonte: Rassegna.it
Mps: Fisac, accordo importante, riparte la contrattazione
“Un accordo, quello siglato tra il gruppo Mps e le organizzazioni sindacali aziendali, importante perché permette di inserire la necessità del contenimento dei costi in un quadro di rilancio e valorizzazione della contrattazione di secondo livello”. Ad affermarlo sono il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, e il coordinatore nazionale Fisac Cgil gruppo Mps, Antonio Damiani, aggiungendo che l’intesa raggiunta si inserisce “all’interno di uno scenario contrassegnato dal confronto continuo fra il Gruppo Mps e le Istituzioni Europee in merito all’attuazione delle linee del Piano Industriale”.
Il Gruppo Monte Paschi di Siena, proseguono, “finalmente comprende che il rilancio aziendale non può avvenire che con il confronto continuo con i Lavoratori e le Organizzazioni Sindacali”. Nel dettaglio, spiegano Megale e Damiani, “l’accordo prevede misure di contenimento dei tagli sul costo del lavoro, norme a tutela dei lavoratori a minor reddito, la ripresa della contrattazione sul salario variabile e incentivante, regole sulle relazioni sindacali e sulle politiche commerciali, l’introduzione di un contributo straordinario a carico del Top Management”. Per i due dirigenti sindacali si tratta, infine, di “un Accordo che dà voce alle ragioni degli unici attori che possono davvero realizzare il rilancio della Banca: i lavoratori”.