Dal Friuli mille diffide contro le banche

Da Messaggero Veneto – UDINE. Più di 3.500 contatti con le associazioni di tutela dei consumatori in Friuli Venezia Giulia, un migliaio di lettere di diffida inviate (crescono al ritmo di 40 alla settimana), circa 20 mila risparmiatori di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca che si ritrovano con azioni e titoli congelati o drasticamente svalutati. Sono i numeri del risparmio raggirato in questo lembo del Nordest produttivo.

Alle quattro assemblee che Federconsumatori ha indetto, svoltesi ieri mattina nell’aula magna dell’Università a Udine, hanno partecipato più di 1.200 persone. Salone pieno e “ricambio” ogni ora, visto che chi aveva aderito all’iniziativa era stato fatto entrare con il criterio della lettera iniziale del cognome.

Tangibile la soddisfazione di Barbara Puschiasis, leader di Federconsumatori Fvg, che a ogni assemblea, dal palco, ha pazientemente illustrato agli intervenuti quali erano i loro diritti e come potevano provare a salvare i loro soldi, attraverso ricorsi, tavoli di conciliazione, azioni collettive o denunce in Procura.

«Abbiamo avuto tantissima partecipazione – dice l’avvocato che qualche giorno fa è stata ospite della trasmissione “Mi manda Raitre” -, c’è uno spirito di gruppo positivo, è importante restare uniti per farci valere nei confronti delle banche. La strada è lunga e tortuosa, le posizioni sono molto diverse, ma chiediamo giustizia sostanziale per tutti i consumatori che sono vittime di condotte illecite».

Fanno la fila i clienti (alcuni già ex) delle due banche “sorelle” venete per stringere la mano alla presidente, per complimentarsi e dirle di andare avanti. Un’impresa non facile, perchè come è noto nelle aule dei tribunali i tempi si dilatano e la prescrizione arriva spesso prima delle sentenze. Un’impresa alla quale Federconsumatori crede fermamente. Senza tentennamenti.

«La prima azione su cui puntiamo – aggiunge l’avvocato Puschiasis – è il tavolo di conciliazione. Ritengo si possa fissare un appuntamento con i nuovi vertici di Popolare Vicenza prima della loro assemblea di marzo. Noi puntiamo a ottenere il 100 per cento del risarcimento, non vogliamo che gli investitori perdano denaro, nemmeno un po’. Cercheremo di dare la priorità alle posizioni più eclatanti, quelle dove la Mifid (la modulistica con la direttiva sugli strumenti finanziari, ndr) è stata alterata, dove si evidenzia un disequilibrio nel portafoglio titoli del cliente e nei casi in cui le perdite del capitale sono a molti zeri.

Al tavolo parteciperanno pure altre associazioni di consumatori, anche se noi qui in Friuli Venezia Giulia siamo nettamente maggioritari. Mi sento di mettere subito dei paletti: se qualche altra associazione dovesse accontentarsi di accordi al ribasso con la controparte, noi usciremo immediatamente dalla trattativa. Ci vogliono serietà e trasparenza per raggiungere l’obiettivo in tempi accettabili».

Ma nella pentola di Federconsumatori bolle molto altro. In vista c’è il ricorso all’Antitrust, sulla falsariga di ciò che è avvenuto per le 4 banche salvate (Etruria, Carife, CariChieti e Banca Marche) per segnalare le pratiche commerciali scorrette di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. «Tanti sono stati spinti ad acquistare azioni – dice ancora la presidente di Federconsumatori Fvg – senza verifiche. Spesso i funzionari hanno celato alcuni aspetti della reale situazione della banca e del valore effettivo di ciò che stavano vendendo».

Poi c’è il fronte della Procura. «Sappiamo che Udine indaga – racconta Puschiasis – anche sulla mancata vendita delle azioni quando un socio lo chiedeva. Spesso mancano gli ordini di vendita, perchè purtroppo molti clienti erano stati convinti a desistere attraverso continue rassicurazioni.

Ma se la Procura ha una certa “serialità” dei fatti in costanza degli aumenti di capitale, può essere già un buon punto di partenza. Mi auguro che le indagini di Udine non si fermino al dipendente della filiale: una volta accertato che quest’ultimo ha eseguito un ordine, si facciano gli step successivi. Quando eventualmente il fascicolo finirà a Vicenza (quella Procura sta indagando sul filone principale, ndr), allora ci si potrà costituire parte civile. Non vogliamo fare favori al vecchio cda o a coloro che non hanno vigilato».

Capitolo a parte per l’ex presidente di BpVi, l’imprenditore Gianni Zonin, al cui nome in tanti hanno rumoreggiato in sala. «Nei confronti di Zonin – precisa la presidente di Federconsumatori – noi abbiamo già depositato un esposto e le indagini stanno procedendo, così come nei confronti del vecchio cda. Il fatto curioso è che Consob ha sanzionato, nell’estate scorsa, l’ex numero uno di BpVi, con una multa di 73 mila euro, ma il procedimento non è stato reso pubblico con la motivazione che potrebbe causare turbamento al mercato borsistico.

Ma noi chiediamo che quel documento venga alla luce, che sia almeno consegnato alle Procure che indagano. Vorremmo capire i motivi di tanto mistero». Infine il nuovo presidente dell’istituto di credito Stefano Dolcetta, in un’audizione al Consiglio regionale del Veneto, ha detto che «la banca oggi è sana. Discontinuità, trasparenza e territorio: queste le parole d’ordine per il futuro, non solo per il 2016. Le fusioni? Adesso non prioritarie».

Photo by Skley

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