Unipol Banca: Protervia

Dal dizionario Treccani – protèrvia s.f. (dal lat tardo protervia, der. di protervus <protervo>). Superbia insolente, arroganza ostinata, sfrontata, petulante, spesso accompagnata a ira, a rancore.

Ecco, questo forse è il termine giusto: protèrvia. Il termine corretto per descrivere certi atteggiamenti. Non è l’unico, perché la protèrvia è spesso accompagnata da altro, ma certo è una buona sintesi. Senza contare che, con un minimo di impegno, si riesce a sconfinare, ad andare anche oltre la “protèrvia”…

Questo atteggiamento, questa modalità di approccio e relazione, possono essere attuati in tanti modi diversi. E intorno a noi, purtroppo, ne abbiamo un campionario significativo.

Il nostro auspicio di un clima corretto durante gli incontri di consegna del budget, ad esempio, non è stato sempre rispettato. La nostra pretesa di toni e modi appropriati (si veda nostro comunicato del 31/12 u.s.) è stata spesso disattesa, con buona pace dell’invocato articolo 2087 del Codice Civile, arrivando in qualche caso – per quanto ci risulta – ad esternazioni al limite della querela e dell’atteggiamento mobbizzante. Si narra che in ambito privato un collega sarebbe stato invitato a trovarsi un altro lavoro e che in sede pubblica, invece, si sarebbero minacciate chiusure di filiali e conseguenti contestuali licenziamenti, arrivando a dichiarare che“… la legge è dalla nostra parte!…”. Sarà…, ma ancora oggi proprio non riusciamo a capire la logica del “terrore”. Una logica, a nostro parere, da “padrone delle ferriere” e non da manager del XXI secolo. Oddio, Manager! Un parolone!

Ci risulta addirittura che qualche collega stia valutando di agire legalmente contro il singolo estensore di una qualche nefandezza.
Tuteleremo questi colleghi, ed eventuali altri, a fronte delle ricadute che una tale azione potrebbe avere sulla loro condizione lavorativa, ma ci chiediamo come la nostra proprietà possa tollerare che iniziative personali di qualcuno che occupa posizioni apicali, ancorché ne sia responsabile in prima persona, possano essere messe in atto nell’esercizio di ruoli aziendali. E dobbiamo dirlo: questa è l’ultima denuncia che come organizzazioni sindacali facciamo, poi agiremo sulla base delle prerogative che ci sono concesse.

Che dire, poi, dell’atteggiamento di coloro che giudicano le presunte “mancanze” altrui con approssimazione e sufficienza, senza una valutazione ponderata ed approfondita degli accadimenti e di ciò che li ha determinati? Di coloro che prima incitano e poi, al primo problema o ostacolo, si nascondono? Di coloro che addossano ad altri le responsabilità di scelte e direttive discutibili?

Oppure potremmo rivolgere un pensiero ai grafomani, a coloro che hanno il sacro fervore della scrittura (anche se non manuale). Quelli che sono convinti che per declinare verso il basso le direttive sia sufficiente inondare la posta elettronica di mail a dir poco fantasiose. Sul tema delle mail ci sarebbe da aprire un lungo capitolo: siamo travolti nel quotidiano da una valanga di comunicazioni con questo mezzo, la maggioranza delle quali – ancorché inerenti l’ambito lavorativo – potrebbe e dovrebbe essere trattata alla stregua dello “spam”. Difficile fare filtro, ma un collega ci ha mostrato che il suo software Outlook addirittura contrassegna in automatico come “spam”, per impostazione predefinita, le mail provenienti dal mittente “Normativa e Circolari”!

Si arriva anche al punto di dare per normali aperte violazioni normative: ci riferiamo al fatto che in assenza dei colleghi qualcuno possa permettersi di accedere ai valori da questi custoditi, e dei quali essi sono quindi responsabili, imputando successivamente agli stessi fantomatiche responsabilità circa eventuali ammanchi. E di avere la sfacciataggine (o la dabbenaggine?) di metterlo per iscritto. Di questo abbiamo evidenze oggettive, scritti appunto, e abbiamo anche avanzato all’organismo aziendale competente formale richiesta di chiarimenti. Ad oggi, nessun riscontro formale.

E pensare che i fatti di cronaca di oggi, che vedono l’immagine e la fiducia nelle banche ridotte ai minimi termini, dovrebbero indurci tutti quanti ad una riflessione critica e profonda, per ristabilire un clima di serenità e avviare insieme un percorso di ricostruzione materiale ed etica del ruolo che le stesse dovrebbero assumere in questo nostro Paese.

Questo, oggi, il quadro. A seguire, nel breve, qualche altra riflessione in tema di carichi di lavoro.

Bologna, 10 febbraio 2016.

FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA UNIPOL BANCA S.P.A.

160210 – Volantino PROTERVIA

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